Gorizia, 05 dic - Ci sono delle decisioni che una classe dirigente responsabile deve saper prendere. E fu convinta nel 1999 la scelta di ristrutturare il San Giovanni di Dio, fatta dall'allora Giunta regionale, con Ettore Romoli assessore alle Finanze, e Gaetano Valenti sindaco della città. Il fatto che oggi a festeggiare vi siano tantissime persone, e via sia qualcuno a protestare, è nella logica delle cose. Oggi si conclude un percorso; sarà poi la comunità a giudicare negli anni futuri se questa è stata una scelta corretta. Lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Tondo, intervenendo all'inaugurazione, a Gorizia, del nuovo Ospedale civile, una delle più moderne ed attrezzate strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia, con una capacità complessiva di 256 posti letto. Sottolineando come negli ultimi anni, in una logica bypartisan che ha saputo privilegiare le cose da fare, più di un miliardo di euro sia stato dedicato all'ammodernamento e al potenziamento delle strutture sanitarie regionali, Tondo ha ricordato che la nuova opera, costata 58 milioni di euro, è stata realizzata in concessione. Una formula che probabilmente in futuro, per altre realizzazioni (ad iniziare da Pordenone) non potrà essere adottata, perché il sistema pubblico non avrà sufficienti risorse. Per cui "andranno trovati altri modi. Non il leasing, ma piuttosto la finanza di progetto che può consentire importanti passi avanti". Il presidente della Regione ha quindi evidenziato ancora una volta come "nel panorama italiano il Friuli Venezia Giulia, che nel 2009 destinerà al sistema del welfare 2,5 miliardi di euro, sia una regione virtuosa, ove la dinamica della spesa cresce meno che altrove, per la capacità di ben gestire e ben programmare. In questo senso la decisione a suo tempo operata di uscire dal Servizio sanitario nazionale ha offerto l'opportunità di essere responsabili delle scelte che facciamo, e rappresenta l'idea positiva che abbiamo del federalismo". "Se tutte le altre regioni, ove la spesa sanitaria cresce tra il 6 e l'8%, ben più del 4% del Friuli Venzia Giulia, avessero fatto la nostra scelta, oggi non vi sarebbero realtà che si rivolgono a Roma per ripianare i propri deficit". Non è mancata, da parte del presidente della Regione, un'analisi delle prospettive, con un aumento dei bisogni di salute legati all'aumento della vita media, all'incremento delle malattie croniche e degenerative, all'introduzione di nuove tecnologie sempre più efficaci ma anche più costose. Scenari nuovi per i quali "la risposta non dovrà più essere ospedalocentrica". Quindi "più servizi sul territorio, più posti nelle RSA, ma soprattutto più cultura della prevenzione, specie nei giovani, considerando che, lo dice l'OMS, il 50% dei problemi di salute è determinato dagli stili di vita, il 20% dalle condizioni ambientali". E per tutte le scelte future, dichiarando la disponibilità all'ascolto, Tondo ha anche sollecitato la responsabilizzazione di tutti gli attori del sistema, dagli amministratori, agli operatori della sanità, ai cittadini. Ed ha invitato ad essere una "comunità che reagisce, che contribuisce con caparbietà e tenacia al proprio futuro". E ha anche detto che nessuna strumentalizzazione sulla sanità sarà accettata". ARC/PPD