(ACON) Trieste, 31 mag - "Da una posizione proattiva e in
alcuni casi di anticipatore di processi nazionali che il Friuli
Venezia Giulia ha tenuto in passato sulle problematiche della
fibromialgia, oggi siamo fanalino di coda tra le Regioni italiane
per quanto riguarda l'impiego dei fondi che lo Stato ha destinato
per lo studio, la diagnosi e la cura di questa patologia. Gli
oltre centomila euro destinati al Fvg non sono nemmeno arrivati
nelle casse regionali, con la Giunta Fedriga che attende alla
finestra dimostrando nei fatti che la fibromialgia non è sua
priorità".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd), a margine della risposta ricevuta all'interrogazione con
cui chiedeva alla Giunta Fedriga come siano stati impegnati i
fondi destinati alla Regione per la fibromialgia.
"Con la legge di bilancio statale 2022 - fa presente la Celotti -
è stato istituito un Fondo per lo studio, la diagnosi e la cura
della fibromialgia con una dotazione di 5 milioni di euro per
rispondere alle circa due milioni di persone che soffrono e che
in rapporto interessa circa 40mila persone nella nostra regione
dove sono stati destinati 105mila euro per sensibilizzare le
strutture sanitarie nell'organizzazione di percorsi terapeutici e
riabilitativi di cura e diagnosi per le persone affette da
fibromialgia, anche mediante interventi formativi specifici,
nonché nell'attività di studio della stessa".
"Mentre gran parte delle Regioni italiane si sono già attivate,
secondo l'indagine di Cittadinanzattiva, il Fvg è tra le tre
(insieme a Puglia e Calabria) che non hanno nemmeno risposto alla
rilevazione sugli indirizzi di utilizzo dei fondi. Questo non
rende un buon servizio alle migliaia di cittadini che soffrono di
questa patologia - commenta ancora l'esponente dem - e che in
passato (nella legislatura 2013-18) si sono rivolte a questo
Consiglio, il quale ha dato una prima risposta approvando
all'unanimità una proposta di legge e il voto alle Camere e al
Governo, stanziando oltre 75 mila euro nel triennio 2017-19".
"Ora - conclude la consigliera - si riavvii l'interlocuzione con
le associazioni dei pazienti e si riprenda a dare indirizzi
chiari alle aziende sanitarie sulla necessità di riprendere e
potenziare i percorsi. In questi anni, mentre noi ci siamo
fermati, altre regioni hanno fatto importanti passi avanti,
addirittura riconoscendo parziali esenzioni ai pazienti
fibromialgici, che è ormai noto sostengono una spesa molto
importante per le visite e le cure".
ACON/COM/rcm