Martignacco, 9 mag - "La Regione rivolge un plauso al lungo e
preciso lavoro di ricostruzione per questa mostra su Pantani che
si distingue per il rigore filologico, pur senza rinunciare a una
romantica vena poetica. Un omaggio alla vita del campione, alle
sue passioni, alla sua terra e alla sua famiglia".
Il vicepresidente e assessore regionale alla Cultura e sport
Mario Anzil ha voluto con queste parole inaugurare la mostra
"Pantani - Il Perfezionista", allestita al centro commerciale
Città Fiera di Martignacco e visitabile a ingresso libero da oggi
al 4 giugno, all'interno di Mega Inter Sport (Primo Piano, Area
Rosa).
Come ha spiegato il curatore Alessandro Gallici, l'esposizione
vuole evidenziare il rapporto tra Pantani e la sua bici,
improntato alla continua evoluzione tecnica e grafica in un
percorso che finalmente porta tutti i suoi mezzi in mostra tra
repliche, originali maglie e gadget del campione romagnolo.
Il suo essere perfezionista, legato al paese, alla squadra, al
lavoro e alla fatica, ne ha fatto un campione vero e amato,
aldilà del tragico epilogo della sua vita.
Per Anzil la mostra ha anche il merito di aprirsi alla
solidarietà con una raccolta fondi attraverso la vendita di
bottiglie di vino etichettate "Rosso di Buja", in omaggio al
campione friulano Alessandro De Marchi. I fondi saranno devoluti
a favore del progetto "Small house" per la costruzione di una
casa famiglia per bambini autistici.
L'esposizione celebra, inoltre, i 25 anni dell'ultima doppietta
Giro d'Italia e Tour de France realizzata da un ciclista, appunto
Pantani nel 1998, e i 20 anni - era il 2003 - della prima volta
del ciclismo sullo Zoncolan, con Pantani protagonista della
salita voluta dal compianto Enzo Cainero.
Tutto il materiale esposto è visibile anche online consultando
www.pantabike.com. Le biciclette originali, con le quali Pantani
ha corso e vinto, sono custodite ed esposte nel Museo "Spazio
Pantani" di Cesenatico, gestito dalla famiglia, al quale verrà
donata anche l'unica bici utilizzata dal campione ed esposta in
mostra ora è di proprietà di Gallici, il quale intende così
riunirla alla collezione familiare.
ARC/SSA/al