UNIVERSITA': ROSOLEN, A SETTEMBRE 2009 LA RIFORMA REGIONALE

Trieste, 25 nov - "Una delle chiavi di lettura più convincenti dell'attuale crisi economica è connessa alla crisi demografica. E' mancato, in tutti i Paesi occidentali, l'investimento in gioventù, speranza, futuro e progettualità. E' mancata la capacità di guardare avanti e investire nelle energie che servono a farci sostenere le sfide imprevedibili che la vita ci pone". Lo ha dichiarato oggi l'assessore regionale alla Salute e Protezione sociale Vladimr Kosic nel suo intervento all'incontro per le celebrazioni della Sissa "30 anni con i giovani per la scienza" che ha avuto luogo oggi a Trieste nell'auditorium della Scuola internazionale superiore di Studi Avanzati. Con Kosic era presente l'assessore all'Università e Ricerca Alessia Rosolen, che ha preso posizione a favore della riforma Gelmini facendo infuriare l'assemblea ma ottenendo, da parte del direttore della Scuola Stefano Fantoni, un "grazie per il coraggio di quello che ha detto". Della collega Rosolen, Kosic ha sottolineato "l'impegno a favore della collaborazione tra le Università ed i luoghi di studio", impegno confermato dallo stesso assessore all'Università e Ricerca, la quale ha detto che, per quanto riguarda la Regione, "il traguardo è la messa in rete, senza competizione, degli atenei regionali, l'incremento dei livelli didattici, l'incentivazione della buona ricerca, nuovi criteri per l'impiego delle risorse pubbliche e private, servizi di qualità, una strategia per incidere profondamente sul tessuto sociale, culturale ed economico del Friuli Venezia Giulia perchá anche questa è una delle missioni dell'Università". Alessia Rosolen ha spiegato come, a suo parere, "la fondazione di partecipazione di diritto comune fra gli atenei regionali e altri soggetti pubblici e privati sia la via migliore" per il raggiungimento di tali obiettivi ma ha anche dichiarato di essere pronta ad ascoltare chi abbia "proposte e idee che ritiene altrettanto valide". "Settembre 2009 è il momento adeguato per l'avvio della fase operativa della nostra riforma, - ha confermato - riforma che deve esser radicale, coraggiosa, profonda e dovrà necessariamente essere anche una riforma di legge". L'assessore, rispondendo con forza alla contestazione, ha quindi illustrato in poche parole i contenuti della riforma Gelmini. "Sbaglia - ha detto - chi sostiene che dietro ai tagli della legge 133/08 non esista un progetto. La legge 133 è una legge finanziaria che si occupa di bilancio dello Stato e non deve necessariamente sottendere un progetto di riforma, che peraltro esiste ed è contenuto nelle linee guida e nel futuro decreto del Miur: gestione responsabile delle risorse, lotta ai corsi di laurea dequalificanti e all'abbandono degli studi, razionalizzazione degli insegnamenti (giunti oggi a 180 mila), maggior presenza delle lingue straniere nelle Università, riduzione delle sedi decentrate, incentivazione della mobilità studentesca internazionale, finanziamenti basati sul merito e non sul numero degli iscritti, assunzione di ricercatori, processi federativi tra atenei". Della riforma che sarà avviata a livello nazionale dovrebbe giovarsi proprio il mondo della ricerca dal momento che, ad oggi, "lo sviluppo di decine di atenei, di sedi periferiche e di iscritti a discapito della qualità della didattica e dei laureati sul totale degli immatricolati, della mobilità studentesca e dell'attrattività internazionale ha comportato un'esplosione della spesa pubblica sottratta ai potenziali investimenti dello Stato in politiche per la ricerca", ha dichiarato l'assessore, ricordando che, dal canto suo, la Regione "ha già incrementato, in un momento di crisi nazionale ed internazionale, i fondi all'Università e al lavoro". Riferendosi a John Dupré e John Horgan, Alessia Rosolen ha infine messo in guardia contro "il fascino culturale dello scientismo" perchá in grado di "innescare - ha detto, citando testualmente Dupré - una concezione esagerata e spesso distorta di quello che la scienza è in grado di fare e spiegare". Ribadendo quindi il suo "profondo rispetto per la scienza", l'assessore Rosolen ha notato che questa ha ingenerato grandi aspettative che non sempre sono state rispettate; un gioco pericoloso, perché rischia di allontanare i giovani dalle discipline scientifiche, mentre "scienza, conoscenza e ricerca sono grandi risorse per le generazioni future e non sono sprechi mediatici". Riconoscendo al direttore Fantoni "l'attenzione che ha sempre dedicato alla multidisciplinarietà e alla filosofia della scienza" l'assessore Rosolen ha auspicato che venga perseguito l'obiettivo della Regione di "un sistema universitario che abbiamo il dovere di far crescere" e che "il Friuli Venezia Giulia potrà diventare a breve il laboratorio nazionale per le buone politiche dell'università e della ricerca". "In sei lustri sono stati più di 1.000 i giovani, talentuosi e curiosi di sapere e fare, che qui sono stati educati alla ricerca e con la ricerca poi lanciati nel mondo della scienza e tecnologia", ha affermato il direttore della Scuola, ricordando che questi giovani sono stati anche "i nostri migliori collaboratori e quelli che ci hanno dato le motivazioni per competere ai massimi livelli internazionali", notando poi che se alcuni sono tornati come professori, "troppo pochi si sono inseriti nel sistema universitario italiano, mentre altri ricoprono ruoli importanti in prestigiose Università ed istituti internazionali". Ora ci aspettiamo, ha detto Fantoni, "che la stagione delle riforme più volte annunciata possa veramente essere attuata e porti a un vero riconoscimento del merito nel sistema universitario italiano, sia nelle procedure di reclutamento o di promozione del personale, sia nella distribuzione delle risorse. Che si affermi una strategia che premi la mobilità, l'internazionalizzazione, che favorisca la progettualità e piani pluriennali per la ricerca e la gestione universitaria. Ci aspettiamo insomma che ai nostri giovani talenti, la vera ricchezza del nostro Paese, vengano date le possibilità e gli stimoli per affermarsi nelle carriere dirigenziali. E che il flusso uscente dei cervelli sia controbilanciato da uno entrante". Aspettative che coincidono con la consapevolezza delle sfide economiche ed etiche che attendono le prossime generazioni; sfide alle quali, ha detto Kosic, "la Sissa potrà dare il suo contributo, garantendo ai giovani che la scelgono per formarsi motivazioni che vanno ricercate nella storia, ma anche nel futuro e nell'opportunità di un lavoro migliore". "Io credo - ha concluso l'assessore - che alla fine non sarà l'economia a salvarci, ma la conoscenza". ARC/LVZ