Udine, 22 nov - "Se noi riusciremo grazie alle nuove tecnologie a trovare sistemi per l'utilizzo dei materiali a tutt'oggi ineliminabili, la cui quota si prevede di contenere nel 6/8 per cento del volume introdotto per lo smaltimento, potremmo risolvere il problema delle discariche".
Lo ha affermato l'assessore regionale all'Ambiente, Vanni Lenna, traendo le conclusioni dei tavoli tecnici del convegno "Verso il nuovo piano dei rifiuti solidi urbani", organizzato nel palazzo della Regione a Udine "e nato - ha sottolineato Lenna - grazie al contributo positivo e concreto dei cittadini ma anche degli industriali e delle associazioni ambientaliste".
"In Friuli Venezia Giulia la situazione è buona rispetto ad altre zone d'Italia - ha commentato Lenna - ma occorre agire subito per scrivere un nuovo piano dei rifiuti, più flessibile, più adatto alle nuove tecnologie, che ci consenta di emettere sostanze non nocive in atmosfera, e di ridurre le discariche".
Massima importanza è stata rivolta nel corso dei lavori del convegno alla ricerca di efficaci piani di comunicazione ed educazione ai cittadini, "che dovranno essere aperti alle nuove pratiche di raccolta differenziata - è l'auspicio di Lenna -, seguire le indicazioni inserite nel nuovo piano e collaborare alla gestione del territorio".
Sui tempi di attuazione del nuovo piano, Lenna ha dichiarato che "sulla base degli atti del convegno la Regione ora elaborerà la norma entro il mese di gennaio e procederà ad un primo passaggio politico in cui verrà verificata la convergenza con associazioni e categorie". UE, UNICO RIFIUTO VIRTUOSO E' QUELLO NON PRODOTTO
E' di soli tre giorni fa, il 19 novembre, l'adozione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri europei di una nuova legge che disciplina i rifiuti tenendo conto di tutti gli elementi emersi negli ultimi trentacinque anni e con la quale si stabilisce che vi è un unico rifiuto virtuoso: quello non prodotto".
A riferire le ultime direttive europee in materia di rifiuti al convegno organizzato dall'assessorato regionale all'Ambiente è stata Pia Bucella, direttore Comunicazione, affari giuridici e protezione civile della Direzione generale Ambiente della Commissione Europea, che ha definito l'occasione di confronto a Udine "particolarmente strategica, in quanto organizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia in maniera partecipativa, coinvolgendo cittadini, aziende, stakeholders".
"La normativa europea per il trattamento dei rifiuti - ha spiegato Bucella - consente di affrontare in primo luogo i problemi della raccolta, dei piani di gestione fino allo smaltimento in sicurezza, e, se applicata correttamente, garantisce ai cittadini un trattamento del loro rifiuti in maniera sicura".
La prevenzione è la priorità nella direttiva europea, "poi - ha riferito Bucella - vengono il riutilizzo dei rifiuti dopo opportuno trattamento, il riciclaggio, il recupero per la produzione di energia elettrica, e, solo da ultimo, se non è possibile fare altro, la messa in discarica".
L'Ue disciplina anche il trasporto dei rifiuti, il loro invio all'estero o in altre regioni, il trattamento di rifiuti pericolosi "che - ha ricordato - vengono prodotti non solo da ospedali e attività produttive, ma anche da noi cittadini con medicinali e pile". MENIA: CASO NAPOLI FA SCUOLA, EDUCAZIONE ANZITUTTO
"Il Friuli Venezia Giulia non è in assoluto una delle regioni più virtuose del nord, ma è comunque nella media e si sta avvicinando agli obiettivi previsti dalla normativa sulla raccolta differenziata in quasi tutte le province, salvo a Trieste, dove è ferma al 18 per cento, ma vi è comunque previsione di un notevole incremento. Per raggiungere standard regionali sempre migliori il lavoro che l'Amministrazione regionale sta portando avanti è incoraggiante perché non autoreferenziale. Prevedo darà ottimi risultati".
Lo ha affermato Roberto Menia, sottosegretario al ministero dell'Ambiente e tutela del territorio, concludendo i lavori del convegno "Verso il nuovo piano dei rifiuti solidi urbani", organizzato a Udine dall'assessorato regionale all'Ambiente.
"In Italia il 'caso Napoli' ha fatto scuola - ha affermato Menia - perché con il primo e con il secondo decreto che stiamo trattando adesso in Parlamento vengono indicate una serie di linee di programma in materia di smaltimento rifiuti: anzitutto il focus sull'educazione della popolazione e poi su interventi che considerino il rifiuto come un'opportunità per produrre materie secondarie ed energia".
Il ministero, ha riferito Menia, crede molto nello sviluppo delle conoscenze e nel supporto alle nuove tecnologie. "Ho potuto vedere in questi mesi cose stupefacenti in altre parti d'Europa e del mondo - ha affermato Menia -: per esempio, ho scoperto che a Tel Aviv è attiva una tecnologia che prevede una differenziata non preventiva e che consiste nella separazione di materiali in vasche d'acqua in base ai pesi specifici. Anche in Italia ci sono molti brevetti per la produzione di energia dai rifiuti, ma sono ancora poco conosciuti".
Menia ha concordato con le linee emerse nel corso dei tavoli tecnici del convegno in merito alle misure per diminuire a monte la mole di rifiuti. "E' inquietante - ha commentato il sottosegretario - che ognuno di noi produca in media 550 chili di rifiuti all'anno. Per questo serve incrementare le campagne informative, soprattutto nella scuola. Della riforma Gelmini tanto si dice - ha commentato Menia - ma il fatto di introdurre l'educazione civica e di insegnare ai bambini come sia importante la differenziata servirà moltissimo".
In conclusione, secondo Menia, "noi possiamo ambire a non avere più discariche, a fare funzionare meglio la raccolta differenziata con un riciclo a valle, producendo materie secondarie ed energia: ottenuto ciò, potremmo dire che la questione rifiuti sarà un'opportunità e non più un problema".
ARC/EP