(ARC) Udine, 7 feb - Una tappa fondamentale per la costruzione della nuova legge regionale sull'immigrazione, ma anche l'ulteriore ed essenziale momento di confronto corale con i rappresentanti di una comunità, quella dei cittadini extracomunitari, che nel Friuli-Venezia Giulia conta oramai 50.000 unità regolarmente registrate.
Questi concetti, oggi a Udine, all'incontro finale del Comitato per l'elaborazione di un disegno di una legge sull'immigrazione sono stati enunciati e condivisi dall'Assessore regionale alle identità linguistiche e i Migranti Roberto Antonaz, dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, ma anche dagli altri intervenuti.
L'incontro, significativamente tenutosi nel Salone del Parlamento friulano del Castello, luogo storicamente deputato alle scelte della Comunità locale, segna infatti il momento di sintesi del metodo partecipativo scelto per la formulazione della legge settoriale.
Infatti , nel corso di 32 precedenti sedute del Comitato, erano stati raccolti i contributi dei diversi settori della vita sociale della nostra regione. Con un metodo, che come ha tenuto a evidenziare Antonaz, sarà perseguito anche in futuro.
Il nuovo strumento normativo, secondo l'Assessore, dovrà potere essere discusso dall'Assemblea regionale entro marzo, per "recuperare il ritardo che purtroppo caratterizza il Friuli-Venezia Giulia in materia. Un ritardo inspiegabile perché questa terra è stata interessata dal forse più intenso flusso immigratorio della penisola".
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(ARC) Udine, 7 feb - Sulle carenze legislative in materia di immigrazione, dopo il Sindaco di Udine Sergio Cecotti (l'iniziativa odierna è organizzata dalla Regione e dal Comune di Udine) si è soffermato anche il Presidente Tesini, per significare come il Consiglio regionale guardi con interesse agli esiti delle consultazioni, nella consapevolezza di poter poi affrontare in Aula una proposta di legge condivisa e caratterizzata da un consenso "forte". Una proposta che dovrà individuare strumenti innovativi verso progetti concreti di accoglienza e di inserimento.
Significativo anche l'intervento di Monsignor Pietro Brollo, Arcivescovo di Udine, anche a nome delle altre Diocesi della Regione, soffermatosi sulla difficoltà della gente del Friuli-Venezia Giulia a cambiare mentalità, a compiere un salto di qualità di carattere culturale, passando dalla memoria dell'emigrazione, alla consapevolezza di essere ora cittadini di una terra di immigazione.
Nel corso della mattinata anche gli interventi dei relatori sono stati orientati a tracciare linee guida per l'affermazione di una società multiculturale e multietnica, integrata e compartecipe delle scelte della vita locale.
Così Michele Negro, responsabile del comitato per la legge regionale, si è soffermato in modo puntuale e articolato sulla realtà dell'immigrazione, parlando anche della presenza di persone non registrate, impegnate nel mondo del lavoro con un rapporto irregolare, ma anche delle realtà dell'immigrazione legate ad attività illegali.
Poi Abdou Fayer, vicepresidente della consulta, ha parlato delle esperienze dell'integrazione ma anche dei fenomeni immigratori e dei casi più difficili, chiedendo la costituzione di una authority di garanzia.
Temi ripresi in parte dall'Assessore ai servizi sociali del Comune di Udine Daniele Cortolezzis.
L'esperienza di un'altra realtà regionale nelle politiche dell'accoglienza e legislative è stata spiegata dall'Assessore alle politiche sociali ed immigrazione dell'Emilia-Romagna Gian Luca Borghi, mentre gli aspetti concreti dell'emergenza immigratoria, quindi della fase dell'accoglienza vissuti personalmente e partecipati, sono stati trattati da Don Pierluigi Di Piazza del centro Balducci di Zuliano.
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(ARC) Udine, 07 feb - Lettura integrata dei bisogni e integrazione delle risposte valorizzando la logica della messa in rete di conoscenze, potenzialità, strumenti, dando peso ai concetti di pari dignità, di protagonismo degli stranieri, di relazione con la diversità dell'altro per superare la tentazione di considerarlo inferiore o di volerlo omologare. E soprattutto concertazione e condivisione.
Nella costruzione del disegno di legge che, prima dell'esame dell'aula consiliare sarà sottoposto a un ulteriore giro di consultazione, questi aspetti metodologici sono emersi con forza sia nel dibattito generale che nel lavoro dei gruppi facendo della giornata odierna un partecipato laboratorio.
Un metodo apprezzato ripetutamente e che per l'assessore Roberto Antonaz "ricostruisce e rafforza i rapporti tra la società locale e la Regione, ed è valido anche per altri provvedimenti legislativi".
"Non volevamo che la legge nascesse esclusivamente 'negli uffici', senza il concreto apporto 'dal basso' di quanti conoscono e vivono i problemi" ha affermato ancora l'assessore, che ha tratto le conclusioni dopo la presentazione delle osservazioni, delle istanze e dei suggerimenti elaborate dai quattro gruppi di lavoro.
C'è inoltre una valutazione di merito. L'auspicio di Antonaz è che, anche attraverso questa legge, in Friuli-Venezia Giulia si apra una nuova fase, di superamento degli atteggiamenti di diffidenza ed emarginazione verso gli immigrati a favore di una effettiva cultura dell'accoglienza e dell'accettazione.
Considerare gli immigrati esclusivamente come manodopera per i lavori che noi non vogliamo svolgere più è - secondo l'assessore - un errore che va superato per riuscire a concepire finalmente il fenomeno dell'immigrazione come un'opportunità di crescita reciproca.
Fondamentale in ciò è proprio l'aspetto culturale, a cui la legge attribuisce importanza, per superare problemi che nascono da insufficiente conoscenza. "Qui - secondo Antonaz - potrebbe svilupparsi un interessante processo di 'contaminazione' che rappresenterebbe certamente un arricchimento per una terra che storicamente ha già vissuto feconde contaminazioni fra culture diverse, tali da costituire oggi la sua specificità: per questo il Friuli-Venezia Giulia è chiamato ad una maggiore attenzione verso le problematiche dell'immigrazione".