ILLY A CERIMONIA "GIORNATA DELLA MEMORIA"

(ARC) Trieste, 10 feb - "Con grande emozione", come ha ricordato lo stesso Illy, il presidente della Regione ha partecipato oggi a Trieste alla cerimonia della "Giornata della Memoria - 10 febbraio 1947/10 febbraio 2004" promossa dalla Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati nel ricordo della diaspora dell'esodo. Il presidente Riccardo Illy, nel suo intervento, ha voluto evidenziare il fatto, estremamente positivo, che proprio oggi il Comitato dei Nove della commissione Affari costituzionali della Camera sia riuscito nell'intento di fissare al 10 febbraio di ogni anno il "Giorno della Memoria", per ricordare in un'unica data sia l'evento dell'esodo che gli eccidi delle foibe. "Credo - ha così aggiunto - siamo tutti consapevoli che i due momenti presentano grandi differenze ma anche tanti elementi che li uniscono". "Penso che il fatto più positivo da evidenziare sia proprio nella larghissima maggioranza registrata oggi alla Camera su questo provvedimento, che ora potrà essere approvato molto rapidamente, ma anche sulla comunità d'intenti che da questo punto di vista si riscontra a Trieste". Quei terribili fatti, "oggetto di contrapposizioni e di lotte politiche anche molto accese", vedono oggi "quasi tutte le forze politiche, vorrei dire tutte le forze politiche, concordare su una Giornata del Ricordo, concordare sulla necessità di parlare e di scrivere con serenità una pagina condivisa di quella storia, sull'esigenza, dopo tanti lunghi silenzi, di trasferire la conoscenza di quei fatti alle generazioni più giovani". "Un trasferimento di conoscenza", ha sottolineato il presidente della Regione, con il duplice obiettivo di ricordare chi è morto e chi ha sofferto di quelle vicende, ma anche per evitare che possano ripetersi in futuro". "La pace non va data per scontata - ha concluso Illy - ma va alimentata, nel ricordo del passato e con l'impegno quotidiano. Sono convinto che il 10 febbraio sia veramente una data storica, che ci permetterà di discutere serenamente di quelle vicende e di 'trasformarle' in un esempio di pace per tutto il mondo".