(ARC) Trieste, 30 apr - "Un sogno - quello dell'ampliamento - che l'Europa faceva da molti secoli", per il presidente della Commissione europea Romano Prodi, e che oggi è divenuto realtà, "con fatica" però, come d'altronde avviene "quando le cose si realizzano in democrazia".
E questo sogno, ha proseguito Prodi, "dopodomani prosegue", guardando alle future adesioni di Romania e Bulgaria, mentre "la Croazia sta correndo velocemente recuperando gli anni sin qui persi" e la Turchia attende in autunno "decisioni complicate".
Ma c'è anche un altro disegno, ha indicato il presidente della Commissione, che guarda alla Russia ed alla costa meridionale del Mediterraneo ("l'anello degli amici"): un disegno di stretta cooperazione economica e di "soft security", soprattutto sul fianco Sud dell'Europa.
In queste prospettive il Friuli Venezia Giulia diviene "baricentro dell'Europa" e lo sarà ancora di più con l'ingresso comunitario delle Nazioni balcaniche, un obiettivo "che è già prospettiva politica".
Un Friuli Venezia Giulia, secondo Prodi che ha ricordato come nel 1939 le Assicurazioni Generali presentavano un fatturato identico ad Est e ad Ovest di Trieste, che deve assecondare la sua vocazione di relazioni con il Centro-Est Europa "ricostruendola oggi cogliendo le occasioni della Storia".
Allargamento della Ue come occasione per la regione, dunque, "per uscire dalla zona di confine e divenire, appunto, baricentro".
Il presidente della Commissione ha in conclusione posto l'accento sulle risorse umane della nuova Europa, sull'esigenza che la Ue incentivi finanziariamente tali risorse ed aumenti gli stanziamenti per la ricerca, rimodulando (anche se oggi l'Europa non sta percorrendo questa strada) la sua organizzazione scolastica e quella del lavoro, a questo proposito rimarcando che "l'idea di una non circolazione dei lavoratori è dettata soltanto dalla paura o da una prudenza eccessiva da parte dei Governi nazionali".