C.R.O. AVIANO PRONTO COLLABORAZIONE TRANSFRONTALIERA

(ARC) Aviano, 04 mag - Il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) è in attesa - al pari degli altri IRCCS italiani - della conferma a Istituto di Ricerca e Cura da parte del Ministero della Salute. Ma è l'unico tra i 32 IRCCS italiani ad avere il bilancio in attivo. Merito di un equilibrio tra costi e ricavi (il 56 per cento delle prestazioni è su pazienti provenienti da altre regioni), ma anche del contributo della Regione, che certamente è determinante nel sostegno dell'attività del CRO. Un dato gestionale positivo, che si accompagna a quelli inerenti la pratica clinica e di ricerca (due aspetti complementari tra loro) e alla qualità delle prestazioni e dell'ospitalità, del resto confermati anche dalla forte attrazione che il Centro di Aviano - uno dei 7 istituti oncologici italiani di rilievo nazionale - esercita. Tutto ciò è stato presentato oggi al presidente della Regione, Riccardo Illy, che ha visitato il CRO accompagnato dal commissario straordinario, Piero Della Valentina, dai direttori scientifico, Antonino Carbone, e sanitario, Giovanni Del Ben, dagli altri dirigenti e dai responsabili dei vari reparti del Centro. Doppia la "mission" del CRO: prestazioni di cure di alta specialità e ricerca clinica e traslazionale nel campo biomedico, riferita soprattutto alla genomica, alle nanotecnologie e alla biomedicina molecolare, per le quali sono in atto collaborazioni scientifiche di alto livello. Il CRO opera, fra l'altro, con il network "Alleanza contro il Cancro", con lo statunitense National Cancer Institut, con l'Area Science Park di Trieste. La prospettiva è quella di una collaborazione tranfrontaliera a livello di Euroregione. A fronte di un'attività che fa registrare un bilancio di 55 milioni di euro, che vede impegnati 650 dipendenti, che fornisce 350 mila prestazioni all'anno, con ricoveri sempre più orientati verso la complessità clinica e con l'attenzione al paziente anche nella fase post degenza (grazie anche alla collaborazione con associazioni di volontariato, prima fra tutte "Via di Natale" che gestisce l'Hospice), il CRO deve completare le proprie strutture per dare risposte sempre migliori e di qualità all'utenza. Un quadro complessivo, quindi, estremamente positivo, che fanno del Centro un punto eccellenza della sanità regionale e per il quale - come per gli altri IRCCS del Friuli Venezia Giulia - l'attenzione della Regione continuerà.