CONVEGNO SULLE POLITICHE PER I MINORI

(ARC) Trieste, 09 giu - Dopo sette anni di sperimentazione, il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane che meglio hanno messo in pratica la legge nazionale sulla promozione dei diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza. I Piani di Ambito attraverso cui, dal 2000 al 2003, si è data attuazione a tale legge (285/1997) hanno avuto a disposizione quasi 13 milioni di euro e il 60 per cento dei minori residenti in regione è stato coinvolto nei progetti. Un lavoro entusiasmante, che ha interessato gli enti locali trasformando gli operatori in protagonisti di una concreta azione di welfare. Ora, però, si tratta di far confluire quest'esperienza, e il patrimonio di professionalità, idee e informazioni che ne derivano, nell'applicazione in regione dei principi della legge nazionale 328/2000 sul welfare. La strada è stata indicata oggi nel corso del convegno "Chiudere per aprire... Dalla legge 285/97 alla legge 328/00 - Le politiche per i minori nella Regione Friuli Venezia Giulia", che ha avuto luogo a Trieste e alla quale ha partecipato l'assessore alla Salute e alla Protezione sociale, Gianni Pecol Cominotto, che ha illustrato il percorso "dal basso" attraverso cui la Regione intende arrivare alla norma che darà il via alla completa riforma del welfare in Friuli Venezia Giulia. Introdotto e moderato dal coordinatore del Centro regionale di documentazione sull'infanzia e l'adolescenza, Fiorella Balestrucci, il convegno ha visto gli interventi, tra gli altri, del presidente della Terza Commissione consiliare, Nevio Alzetta, del presidente della Conferenza permanente della programmazione sanitaria, Vittorino Boem, del presidente della Federsanità-ANCI, Giuseppe Napoli, del tutore dei minori, Francesco Milanese, di Fabrizio Cigolot, assessore alle Solidarietà sociali della Provincia di Udine, di Emanuele Pelicanò dell'Istituto degli Innocenti di Firenze. E' stato quest'ultimo a ricordare che obiettivo del Governo è l'emanazione, da parte delle Regioni, di leggi inerenti le politiche sociali, la famiglia e i Piani di zona, mentre Milanese ha richiamato l'attenzione sulla svolta avviata dalla 285 nel dare concretezza storica alla determinazione dei diritti dei minori.