(ARC) Cividale, 28 giu - Un festival non è evento taumaturgico, non cambia la realtà ma riesce a dare un forte contributo simbolico, riesce ad essere un luogo dove si tessono rapporti, dove i confini, mentali o fisici che siano, diventano incontro, alla ricerca di una cultura che trova radici comuni e universali.
Moni Ovadia, direttore artistico, per i prossimi tre anni, di Mittelfest, parla, nella conferenza stampa di presentazione dell'evento, di una nuova edizione che apre la strada ad una riflessione condivisa per sviluppare l'idea di un teatro "europeo" che riesca a costruire, attraverso la cultura l'identità stessa di chi nel vecchio continente vive.
Un continente allargato dove, sottolinea Roberto Antonaz, assessore regionale alla Cultura, venga superata ogni tentazione di chiusura autosufficiente, dove la cultura dei luoghi conquisti quelli che Ovadia chiama "spazi imprevisti", dove la logica sia quella di aprirsi e mettersi in relazione con "l'altro".
Un rapporto che nasce da una sorta di esplorazione dentro e fuori dall'uomo.
Nasce dalla dimensione del tempo, quello interiore, quello della vita dell'uomo e da qui si declina attraverso il programma di Cividale, dove proprio "Tempo e voci" in una pluralità di espressioni, porteranno al festival eventi di tradizioni antiche, di storie e d'arte che nella Mitteleuropa hanno il loro riferimento culturale.
Voci che uniscono mondi lontani, tempo passato e non spazio che - dice Ovadia - crea confini, impone steccati, sottolinea differenze.
Dal teatro alla danza, dalla musica, dai racconti ai suoni dell'esilio della tradizione ebraica.
Proposte per un calendario che si inaugura il 17 luglio con "Salmagundi", favola giocata sui registri della satira fantastica, e si conclude il 25 con il grande concerto di musiche del Centro Europa rielaborate da Rosenblat.
Il programma completo è disponibile anche sul sito internet www.regione.fvg.it/mittelfest/.