Trieste, 10 set - L'invito è quello di lavorare insieme sui
temi trattati dal convegno, con il fine di contrastare l'idea che
l'attività cinofila, la selezione zootecnica e le azioni per
incrementare la capacità o le predisposizioni naturali
dell'animale vengano viste come un qualcosa che turba la natura
stessa del cane.
Questo è il concetto espresso oggi a Udine dall'assessore
regionale alle Risorse agroalimentari in occasione del convegno
titolato "Allevamento cinotecnico: biodiversità, benessere e
salute", realizzato con la collaborazione dai Gruppi cinofili
Friulano, Isontino e Pordenonese. Tra i relatori, Stefano Paolo
Marelli ricercatore in zoocoltura all'Università di Milano e
l'esperto in diritto cinofilo Giovanni Bonifacio.
Come ha sottolineato l'esponente della Giunta, il problema è che
ci troviamo davanti a una cultura che non riesce a distinguere la
diversità genetica tra la specie umana e la razza canina e che
commette l'errore di metterle sullo stesso piano, non facendo in
questo modo il bene degli animali seguendo i corretti principi
etologici.
Su questo, come ha spiegato l'assessore, serve un'azione
condivisa che favorisca una presa di posizione scientifica
finalizzata a superare questa distorsione per raggiungere un
necessario punto d'equilibrio.
Nell'occasione, infine, l'assessore ha rivolto ai Gruppi cinofili
del Friuli Venezia Giulia un ringraziamento per l'attività svolta
con grande professionalità e passione.
ARC/GG/ma