INNOVAZIONE: PRESENTATO IL NUOVO PREMIO REGIONALE

(ARC) Udine, 16 lug - Uno strumento per rendere più attrattiva l'attività di innovazione da parte delle piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia. È questo l'obiettivo del nuovo premio "Fvg.innovazione" istituito dalla Regione, che è stato presentato oggi nell'auditorium della Fiera di Udine dal presidente Riccardo Illy, dall'assessore regionale alle Attività produttive Enrico Bertossi e dal presidente della Confindustria del Friuli Venezia Giulia Piero Della Valentina. Agli interventi degli esponenti regionali è seguita la prolusione sul tema "Vale più un'idea di una fabbrica" di Isaac Getz, illustre docente di Management delle Idee e dell'Innovazione all'ESCP-EAP di Parigi, una delle più esclusive scuole di management in Europa. Il professor Getz è stato chiamato dalla Regione a far parte del Comitato scientifico del premio. Il premio, come ha sottolineato il presidente Illy, è solo uno dei momenti in cui si articola lo sforzo dell'Amministrazione regionale per aumentare il "tasso di innovazione" della società e dell'economia regionale: dalle maggiori risorse destinate alla legge sull'innovazione (ulteriori 15 milioni di euro in sede di assestamento del bilancio) alla riorganizzazione della macchina amministrativa regionale, dalla diffusione dell'alfabetizzazione informatica all'estensione delle reti a banda larga su tutto il territorio, dai nuovi parchi tecnologici diffusi fino agli interventi nei settori della formazione e dell'università. "Innovazione - ha detto Illy - significa aumentare il contenuto di conoscenza nei nostri prodotti e nei nostri processi produttivi e organizzativi, quindi non solo nelle aziende manifatturiere ma anche in quelle dei servizi, non solo nella pubblica amministrazione ma anche nelle associazioni no profit". Anche Della Valentina ha rilevato come il processo di innovazione non si possa semplicemente ridurre ai finanziamenti alle imprese, per quanto importanti siano, ma debba permeare l'intera società: "È un diverso modo di pensare - ha detto - da parte di tutti, una sensibilità comune per la ricerca e l'innovazione". È stato poi l'assessore Bertossi a illustrare le caratteristiche del premio, sottolineando come l'Amministrazione regionale abbia messo a disposizione delle imprese regionali, solo quest'anno, 57 milioni di euro per l'innovazione, risorse capaci di generare investimenti in questo campo pari ad almeno 400 milioni di euro. La Regione pensa anche, ha detto l'assessore, a definire un "rating" delle imprese più innovative, come strumento per meglio orientare le risorse regionali premiando le aziende migliori. Ai fini dell'assegnazione del premio, l'innovazione viene definita come il "produrre, assimilare e sfruttare con successo le novità nei settori economico, tecnologico e sociale", e più specificamente "il rinnovo e l'ampliamento della gamma dei prodotti e dei servizi, nonché dei mercati ad esso associati; l'attuazione di nuovi metodi di produzione, di approvvigionamento e di distribuzione; l'introduzione di mutamenti nella gestione, nell'organizzazione e nelle condizioni dei lavoro, nonché nelle qualifiche dei lavoratori". Possono partecipare alla selezione non solo le piccole e medie imprese, ma anche le amministrazioni pubbliche e le associazione no profit Onlus. Sono previsti quattro specifici riconoscimenti: per l'innovazione tecnologica, per l'innovazione nel campo dell'informazione, per l'innovazione nello sviluppo sostenibile e, infine, per l'innovazione di tipo organizzativo. La partecipazione alle selezioni per il premio si basa su un innovativo criterio di "autovalutazione" da parte delle imprese e degli altri soggetti interessati, che dovranno compilare un modulo di partecipazione. A valutare le domande saranno il Comitato per l'innovazione, che è stato istituito in base alle legge regionale 11 del 2003, e un apposito Comitato scientifico, che sarà affiancato da una segreteria organizzativa. Sono previste anche visite nelle aziende da parte dei componenti del Comitato scientifico. Per ottenere il riconoscimento, come ha spiegato Bertossi, l'innovazione deve essere "misurabile" dal punto di vista degli obiettivi imprenditoriali e delle risorse umane impiegate. L'innovazione, in altre parole, deve sviluppare la competitività dell'azienda o dell'organizzazione che la applica. (1 - segue) INNOVAZIONE: PER IL PROF. GETZ CONTANO LE IDEE (ARC) Udine, 16 lug - C'è una sola cosa che conta davvero per aumentare la competitività delle imprese: la creatività. Lo ha sostenuto, in occasione della presentazione del premio "Fvg.innovazione" oggi alla Fiera di Udine, il professor Isaac Getz, docente di Management delle Idee e dell'Innovazione all'ESCP-EAP di Parigi, una delle più esclusive scuole di management in Europa, e consulente della Regione per l'istituzione e l'organizzazione del premio. Il titolo della conferenza del professor Getz era "Conta di più un'idea che una fabbrica". Per dimostrare questa affermazione, il professor Getz, autore di fortunati libri proprio sul tema dell'innovazione, ha portato numerosi esempi, tratti non solo da episodi realmente accaduti in grandi aziende multinazionali, ma anche dalla storia (l'invenzione dei caratteri a stampa da parte di Gutemberg) o situati all'interno di organizzazioni solo apparentemente più semplici, come un grande magazzino. "La maggiore fonte di vantaggio competitivo - ha sostenuto Getz - non è né il costo né la qualità, ma la creatività". Per questo hanno successo quelle imprese che sanno "gestire" le idee, che hanno messo a punto un sistema organizzativo in grado di valorizzare in tutti i dipendenti la capacità di individuare i problemi, trovare le soluzioni e metterle in pratica. Sono più spesso i dipendenti che occupano posizioni medio-basse nella gerarchia aziendale ad avere le idee migliori, proprio perché operano in prima linea, a diretto contatto con i clienti e con i fornitori, con i problemi della produzione e della distribuzione. Ma le aziende troppe volte non sanno riconoscere questo patrimonio e, di fronte a una buona idea, non solo non sono capaci di valorizzarla, ma non sanno neppure dire "grazie". (2 - fine)