Cividale del Friuli, 31 ago - I 17 posti letto inaugurati oggi
nel presidio distrettuale di Cividale, che saranno destinati a
cure riabilitative e palliative, non possono essere sminuiti a un
semplice alloggio per anziani. Sono anzi la dimostrazione che la
Regione sta operando in direzione opposta rispetto ai due
precedenti decenni caratterizzati da una mancata programmazione a
livello sanitario. Avere un presidio a Cividale è importante per
mantenere il legame della popolazione anche delle valli del
Natisone con il proprio territorio e per garantire ad ognuno il
diritto alla salute.
Questi i concetti esposti dal governatore del Friuli Venezia
Giulia nel corso del suo intervento da remoto all'inaugurazione
dei 17 nuovi posti letto di cure intermedie che da domani
implementeranno il presidio distrettuale di Cividale del Friuli,
aggiungendosi ai 28 posti letto di Residenza sanitaria
assistenziale (Rsa) già attivi e accogliendo sin da subito i
primi 6 pazienti attualmente ricoverati al terzo piano della
struttura. Un potenziamento del Distretto che dà attuazione al DM
77/2022, che definisce le funzioni e le attività garantite dai
distretti sanitari e che connota il presidio di Cividale come un
importante polo di cure intermedie dell'Azienda sanitaria
universitaria Friuli Centrale (Asufc).
Il massimo esponente dell'Esecutivo ha inoltre ricordato come la
Giunta stia continuando a lavorare anche per la riapertura del
Punto di primo interventi (Ppi), dovendo tuttavia tenere ancora
conto delle difficoltà legate alla pandemia, dato che le
normative nazionali tuttora in vigore sono le stesse di quando
era in corso lo stato di emergenza. In conclusione il governatore
ha ringraziato l'intero personale sanitario operante in regione e
le autorità presenti al taglio del nastro odierno, sottolineando
in particolare l'importanza dell'interazione tra le istituzioni
regionali e le amministrazioni locali.
Presente all'evento inaugurale il vicegovernatore con delega alla
Salute che, dopo essersi unito ai ringraziamenti del presidente,
ha evidenziato come l'apertura dei nuovi posti letto, che darà
sollievo anche a quelle persone che non possono essere curate tra
le mura domestiche, si ponga come un passo in avanti verso un
auspicato ritorno alla normalità. Due, secondo il rappresentante
della Giunta, sono i principali scogli da superare in tal senso:
la pandemia ancora in essere e la necessità di fornire al
cittadino nuove risposte rispetto al sistema sanitario costruito
nei vent'anni precedenti e ormai superato.
Il vicegovernatore ha successivamente esposto i contenuti della
LR17/2014 che stabilisce che presso le strutture di Cividale del
Friuli, Gemona del Friuli, Maniago, Sacile e l'Ospedale Maggiore
di Trieste sono garantite, oltre alle attività assicurate dai
centri di assistenza primaria, le attività residenziali di
assistenza primaria realizzate in residenze sanitarie
assistenziali, ovvero presso gli ospedali di comunità,
organizzate come indicato dall'art. 34 che definisce la
riconversione dei presidi indicati per lo svolgimento di
attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie. Una
programmazione che è stata corretta dalla riforma del 2019 la
quale, prima della pandemia, ha stabilito per Cividale una
funzione riabilitativa e per posti letto di cure intermedie a
beneficio dell'anziano. Idee che cominciano a realizzarsi
aumentando i posti letto anche grazie ad investimenti precisi.
L'esponente della Giunta ha concluso il suo intervento rimarcando
come la Regione, in questa legislatura, abbia investito risorse
importanti per il presidio di Cividale (10 milioni di euro
complessivamente già stanziati) e come un impegno simile non
possa essere associato alla volontà di ridurre o chiudere questa
struttura sanitaria.
ARC/PAU/gg