(ACON) Trieste, 4 ago - Il Gruppo del Movimento 5 Stelle nel
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si dice alquanto
perplesso, per non dire stupito e interdetto, per quello che
definisce l'ennesimo provvedimento contradditorio
dell'Amministrazione regionale. Proprio in giornate in cui si
legge di controlli a tappeto contro l'uso improprio dell'acqua,
di case senza risorsa idrica, di cisterne messe a disposizione
dalla Protezione civile e di interventi da parte di salvifici
gestori capaci di portare l'acqua anche a cittadini, non loro
diretti clienti, perché non raggiunti dalla rete
acquedottistiche, sbucano le deroghe per le industrie.
Gli esponenti del pentastellati, in una nota, ricordano che dal
23 giugno chiedono coerenza nei provvedimenti per contrastare
l'emergenza idrica di questi mesi, ma nulla è arrivato di
concreto per razionalizzare gli emungimenti di acqua potabile
utilizzata per usi industriali e ittiogenici.
Così, aggiungono, mentre il sindaco di San Vito al Tagliamento
preannuncia ai propri cittadini ordinanze regionali ancora più
restrittive rispetto a quella del 23 giugno firmata dal
presidente del Fvg, che già prevedeva la chiusura dei pozzi,
l'Amministrazione regionale decreta che la ditta Kronospan, alla
quale un anno fa era stato concesso il nulla osta per il prelievo
di 127 milioni di litri all'anno d'acqua e che a seguito delle
proteste popolari aveva rivisto i suoi progetti e parlato di un
prelievo annuo massimo di 58 milioni di litri, possa praticamente
triplicare l'attuale portata e prelevare annualmente più di 133
milioni di litri d'acqua per i prossimi trent'anni.
Secondo i consiglieri del M5S, inoltre, di sicuro si dovrebbe
iniziare a dubitare del Centrodestra che, meno di una settimana,
fa ha bocciato le loro proposte per dotare le zone industriali
degli acquedotti duali.
I rappresentanti pentastellati sostengono anche che si preferisce
strizzare l'occhio agli industriali che dovrebbero pagare circa 1
euro a metro cubo ai gestori degli acquedotti, invece di
prelevare le acque di falda. Nel caso di Kronospan, invece di
pagare 133mila euro l'anno (più la quota fissa) al gestore,
grazie al decreto di questi giorni, conclude la nota, potrà
versare nelle casse regionale meno di 10mila euro l'anno.
ACON/COM/Red