(ACON) Trieste, 2 ago - Tutelare le persone affette da un
disturbo dovuto a deficit dell'attenzione e dell'iperattività.
Una patologia che, se diagnosticata per tempo, permette a chi ne
è affetto e alla sua famiglia di condurre una vita dignitosa.
È questo l'obiettivo della proposta di legge nazionale 17,
illustrata durante i lavori della III Commissione permanente del
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, nata dopo un
percorso di ascolto avviato oltre due anni fa insieme ad alcune
associazioni presenti in tutte e quattro le ex provincie.
Come spiegato in aula, l'acronimo Ddai indica un disturbo del
neurosviluppo che si presenta precocemente con pesanti ricadute
del funzionamento individuale, socio-emozionale ed accademico,
includendo difficoltà di attenzione e concentrazione, di
controllo degli impulsi e del livello di attività. Problemi che
derivano, sostanzialmente, dall'incapacità del bambino di
regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del
tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste
dell'ambiente.
Una malattia che agisce diversamente su bambini di sesso
maschile, incapaci di stare fermi con attacchi di impulsività e
iperattività, e su quelli di sesso femminile, con bambine
estremamente docili, perse nei propri pensieri e incapaci di
ascoltare e riflettere.
La discussione si è concentrata su un recente studio dal quale è
emerso come questo disturbo incida pesantemente sulla popolazione
carceraria, con una percentuale che oscilla dal 25% al 45% dei
detenuti. Un problema quindi per l'individuo stesso, per la
famiglia e per la scuola. Proprio per questo motivo, necessita di
percorsi dedicati che facciano sentire i bambini accettati il più
possibile dalla società, e non emarginati perché ritenuti
ingestibili.
Su sollecitazione di alcuni consiglieri, in vista di una serie di
audizioni preannunciate nell'occasione, sono stati chiesti
approfondimenti sugli iter già avviati su territorio regionale,
oltre alla richiesta di porre massima attenzione sui punti
dedicati al mondo della scuola. A partire dall'asilo nido e dalla
scuola dell'infanzia visto che, da quanto emerso in fase di
discussione, prima si interviene e maggiore è la percentuale di
successo.
In merito all'articolato, composto da dieci voci, perplessità
sono state manifestate sul punto 9, riguardante la copertura
finanziaria degli oneri derivanti dalla legge. È stato anche
sottolineato come, per l'avvio di percorsi specifici, sarà
necessario l'impiego di personale apposito.
L'illustrazione della proposta di legge è stata anticipata da un
lungo botta e risposta tra i rappresentanti di maggioranza e di
minoranza in merito all'ordine del giorno e alle tempistiche di
presentazione del documento che, avendo valenza nazionale e
tenendo conto dello scioglimento delle Camere in corso, non potrà
essere considerato a breve, mentre è stato rimarcato che esistono
altri temi urgenti da affrontare che, invece, sono stati
accantonati.
Una scelta, come spiegato dalla Maggioranza, motivata dal lungo
iter, avviato anche a livello nazionale e subordinato a diverse
audizioni, che non troverà, in Regione, la sua conclusione prima
del 2023.
ACON/RED