(ACON) Trieste, 29 lug - Arriva in Aula, per essere accolto dal
Centrodestra, respinto da tutti i Grppi delle Opposizioni, il
Documento di economia e finanza regionale 2023 (Defr), ovvero
quel documento programmatorio con cui la Regione determina gli
obiettivi dei propri bilanci annuali e pluriennali in coerenza
con il Documento di economia e finanza dello Stato.
'Il quinto di questa legislatura', ha fatto notare nel documento
depositato agli atti e dato per letto il relatore per la
maggioranza, Alessandro Basso (FdI), a cui era stato affidato il
compito di illustrare anche la proposta di risoluzione con la
quale 'il Consiglio regionale - si legge nel testo - impegna la
Giunta a perseguire le linee programmatiche individuate nel Defr
2023, favorendo e incentivando gli investimenti ritenuti più
idonei a fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia e
dalla grave congiuntura internazionale, nonché a promuovere il
sostegno dei settori ritenuti più strategici per rilanciare
l'economia regionale anche attraverso l'utilizzo delle risorse
che verranno messe a disposizione della Regione dal Piano
nazionale di ripresa e resilienza e dai Fondi Ue'.
Le motivazioni del consenso della Maggioranza al Defr 2023 si
ritrovano sempre nella relazione di Basso, dove il consigliere
riporta l'analisi dei punti di forza e di debolezza del nostro
territorio, tra cui il fatto che 'a maggio 2022 le previsioni del
Prodotto interno lordo (Pil) locale rivelano un +1,9%, indicando
dunque una tendenza di dinamicità positiva della nostra economia
con un apporto importante che arriva dagli investimenti.
Inflazione e indice nazionale dei prezzi al consumo per la
collettività rimangono i segnali più rilevanti, per quanto
concerne le difficoltà delle famiglie: ad esempio l'aumento dei
prezzi dei prodotti alimentari è stimato al +7,5%. Nonostante
questi parametri, il Pil del Fvg è dato in crescita per il 2023
anche grazie alla domanda estera'.
'In base alle stime di Confindustria Fvg - aggiunge Basso nel
testo -, la produzione è cresciuta in tutti i comparti
industriali nel nostro territorio, complice anche un aumento
delle vendite sul mercato interno. L'occupazione ha visto un
aumento rispetto all'anno precedente, portando il dato a valori
più alti rispetto al periodo pre-pandemia. Dato preoccupante
rimane il calo delle nascite, con un tasso di natalità in
diminuzione e inferiore a quello nazionale, mentre viene stimato
che entro il 2040 solo una famiglia su quattro sarà composta da
una coppia con figli e più di una su cinque non avrà figli'.
Nel Defr, fa sapere ancora il relatore per la maggioranza, 'dopo
l'analisi macro-economica si passa a quella specifica delle
politiche regionali, analizzando in linea generale la
programmazione e la strategia a valere per l'anno 2023 con
prospettiva triennale'.
Sintetizzando per punti l'esposizione scitta da Basso, si può
dire che il prossimo anno la Regione continuerà nella
digitalizzazione della macchina amministrativa, nel cambio del
suo parco vetture con nuovi mezzi ad alimentazione elettrica o
ibrida, nell'assunzione del personale; per le politiche della
sicurezza è prevista l'implementazione della Scuola regionale di
polizia locale e l'indizione di un corso-concorso unico per la
Regione, mentre per la gestione delle persone immigrate si punta
a una legge regionale di misure volte a promuove la loro
integrazione sociale; proseguiranno le principali politiche per
la scuola e l'edilizia scolastica, il diritto allo studio e per
la famiglia.
Inoltre Gorizia Capitale europea della cultura 2025 continuerà ad
esser sorretta dalla Regione, musei, ecomusei e sistema
bibliotecario riceveranno incentivi ad hoc per il loro sviluppo e
sarà implementato il progetto LeggiAMO 0-18 per la promozione
della lettura nella fascia 0-18.; con le risorse del Pnrr si
porteranno avanti gli interventi 'Attrattività dei Borghi' e
'Protezione e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio
rurale'; è confermato il sostegno del Fondo regionale per il
pluralismo e l'innovazione dell'informazione radiotelevisiva
locale; si continuano a sostenere EYOF FVG 2023 e le attività
istituzionali alle società sportive non professionistiche.
Passando al turismo, non mancherà il sostegno alle
riqualificazioni di importanti luoghi simbolo del nostro
territorio come il borgo del monte Lussari, la Terrazza a Mare di
Lignano, le terme di Grado e i poli sciistici; attraverso le
politiche abitative, il contributo per la prima casa e quello per
le locazioni continueranno ad essere confermati nei prossimi
anni; previsti incentivi per la riqualificazione dei centri
minori per interventi sulla sicurezza e risparmio energetico, per
la prevenzione del rischio sismico, per opere di bonifica di aree
ex militari e per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
Confermati anche fondi per: riduzione della produzione dei
rifiuti in plastica e progetto aMare Fvg per lo smaltimento dei
rifiuti ripescati dal mare; Piano regionale di bonifica dei siti
contaminati; abbonamento trasporto scolastico dei residenti;
messa in sicurezza delle infrastrutture stradali; contrasto alla
solitudine, sostegno all'invecchiamento attivo, servizi per le
persone con disabilità; rette dei servizi per la prima infanzia;
sostegni alle attività produttive, alla loro capacità di ricerca
e innovazione, e al commercio tradizionale, ma dando vita alla
Zona logistica semplificata; assunzioni a favore dei lavoratori
disoccupati, progetto Pipol e misure per l'accompagnamento
intensivo alla ricollocazione di soggetti disoccupati; settori
apicoltura, vitivinicolo e agricolo.
'Da un'analisi effettuata confrontando quanto scritto nelle
precedenti versioni, le novità e le differenze sono assai poche e
poco significative', è stato il giudizio al Defr 2023 del
relatore per la minoranza Roberto Cosolini (Pd) prima di
dichiarare il voto contrario del Gruppo del Pd e ha evidenziato
come 'la realtà dei fatti ha smentito le pessimistiche previsioni
sulla tenuta del tessuto socioeconomico regionale: sono passati
solo 2 anni da quella sessione dedicata all'Assestamento nella
quale Giunta e Maggioranza ci proposero, e votarono, un Defr
composto da pagine bianche giustificando tale scelta con una
grave incertezza sulle risorse disponibili, scelta che criticammo
e che oggi pare ancora più assurda e strumentale'.
Tornando alle considerazioni già proposte in passato da Cosolini,
ci sono la conferma dell'indisponibilità al coinvolgimento, da
parte della Giunta Fedriga, delle forze economiche e sociali
nelle scelte strategiche regionali e una una disattenzione per il
Defr da parte della maggior parte degli assessori, con parti
significative del documento nemmeno illustrate nelle Commissioni
di merito.
Restano poi, a suo dire, 'insufficienti le scelte strategiche
lungo alcuni punti di riferimento che avevamo già indicato nelle
relazioni precedenti: innovazione, sostenibilità,
internazionalizzazione'. E su questo ultimo tema, ha scritto e
ribadito che ogni risorsa è vissuta solo 'per le ricadute
immediate percepibili nei diversi comparti, dal turismo alle
infrastrutture, ma non diventano il motore di convinte scelte
strategiche'.
'Particolarmente asciutta, per così dire - si ritrova nella
relazione di Cosolini -, la parte dedicata alla Missione 13
Tutela della salute: forse 3 miliardi di spesa manovrabile
meriterebbero qualche riflessione in più sulla prospettiva
strategica che deve farci uscire da una duplice emergenza: quella
pandemica e quella dei tempi di attesa', dove non si
sottovalutano 'le difficoltà che deve affrontare chi in Fvg come
in altre regioni o al ministero ha governato e governa in questi
anni la sanità. Semmai abbiamo la sensazione che le
sottovalutiate voi, con scelte talora confuse', pur avendo
'risorse che nessuno ha mai avuto prima'.
'Vi sono altri punti deboli nel documento, o meglio punti in cui
l'elencazione di azioni non consente di leggere una chiara linea
politica - conclude la relazione sintetizzata all'Aula dal dem -
ma a dieci mesi dal voto non ci attendevamo da questo punto di
vista una discontinuità rispetto ad un'impostazione che ha
caratterizzato questi quattro anni: sarà perciò il confronto dei
prossimi mesi che consentirà soprattutto ai cittadini di poter
valutare le diverse idee per la Regione che vogliamo nel futuro'.
Lapidario invece nel commentare il Defr 2023, l'altro relatore
per la minoranza, Furio Honsell (Open Sinistra Fvg): 'Non c'è
nulla che lo distingua dall'essere un mero, ennesimo, adempimento
burocratico', motivando poi il suo voto di dissenso al Documento
economico-finanziario.
Da questo documento, Honsell infatti avrebbe voluto 'comprendere
come, anche alla luce del Pnrr, la Giunta Fedriga intendesse
affrontare le tre crisi/sfide principali che si sono
profondamente aggravate in questi anni: la salute, le disparità
economiche e il riscaldamento globale. Non è accettabile
liquidare tali questioni dicendo che non è stato possibile
affrontarle in modo sistematico a causa di una lista di
emergenze: il medicano Vaia, la siccità, la pandemia,
l'inflazione, attribuita alternativamente alla transizione
energetica o alla guerra in Ucraina'.
Il consigliere ha denunciato 'un Sistema sanitario pubblico
sempre più fragile (scarsa attrattività e fuga del personale,
arretratezza della strumentazione, assenza di una rete
territoriale per gestire le cronicità), disparità
socio-economiche cresciute e inflazione alimentata soprattutto da
meccanismi populisti non mirati (il 110%, i bonus e gli incentivi
a pioggia, la benzina agevolata), indifferenza sulle emissioni di
gas climalteranti. La parola che segna questo Defr è 'sostegno'
affinché il vecchio modello pre-pandemico vivacchi ancora per un
po''.
Honsell ha messo quindi in guardia sulle risorse oggi
disponibili: 'Non solamente non ci saranno nel 2023, ma presto
bisognerà incominciare a pensare come lo Stato dovrà restituire i
debiti e compensare gli scostamenti di bilancio che ha contratto
anche per assicurare alla Regione tutte queste risorse'. E passa
ad 'evidenziare quegli indicatori sui quali si sarebbe dovuto
intervenire in modo mirato', procedendo per missione.
Riassumendo la sua certosina analisi, si rileva che: il Fvg
presenta una percentuale inferiore alla media nazionale di forme
di e-government da parte delle imprese; c'è un affollamento degli
istituti di pena superiore alla media (125 contro 107); il 30%
dei nostri studenti ha competenze alfabetiche e numeriche non
adeguate; il 42,3% dei giovani 18-34 anni vive in famiglia con
almeno un genitore, chiaro indice della difficoltà di costruire
un'autonomia familiare, lavorativa e abitativa; il FVG risulta
poco ricettivo in termini di agriturismi, open air, rifugi
montani; la percentuale di persone che vive in abitazioni
sovraffollate è del 20% e il 10% vive in case con problemi
strutturali o di umidità.
Inoltre: la qualità dell'aria in Fvg è peggiore della media
nazionale: la percentuale di misurazioni di PM2,5 è 89,3% contro
81,9%; il consumo di suolo impermeabilizzato è dell'8%, superiore
alla media; l'indicatore relativo al trasporto di merci su strada
(media 28 rispetto a 21), indica tutte le difficoltà di rapporti
con Rfi e la pessima programmazione per una Regione che vuole
candidarsi a Piattaforma logistica europea; il reddito pro capite
è alto, ma ci sono un'ingiustizia sociale e una disparità
preoccupanti; non si segnala il gradimento, tra gli indicatori
della Missione 13 (Tutela della salute), per il servizio;
l'eccesso di peso e l'abuso di alcol sono abbondantemente
superiori alla media nazionale, con 47% (44%) e 20% (14%).
Le imprese con una connessione a banda larga sono inferiori alla
media nazionale, quelle con attività innovative sono sotto il 50%
e meno del 10% che vendano via web (50% in meno della media
nazionale); pochi gli esercizi commerciali al dettaglio, mentre
emerge la prepotenza dei centri commerciali perché la superficie
media degli esercizi è superiore del 30% alla media italiana;
alto il tasso di infortuni sul lavoro e solo il 60% dei
lavoratori ha competenze digitali.
Il Fvg - rileva ancora Honsell nella sua relazione - continua ad
avere dei valori molto preoccupanti in termini di fertilizzanti
distribuiti in agricoltura (757 kg/ha contro 558) e di prodotti
fitosanitari (16,4 kg/ha contro 12,4); dal Defr è sparito
l'indicatore relativo alla percentuale di territorio a
coltivazione biologica; a fronte di una superficie montana del
43% (35% la media) la popolazione è del 5,2% (12,1%) pari a una
densità di 18 abitanti/kmq contro 67,3; gli enti locali
continueranno a non avere la granularità di area vasta; evidente
è il deficit strategico relativo alla mitigazione dei mutamenti
climatici, la transizione energetica e la decarbonizzazione
fossile.
ACON/RED