RIFORME:REGIONI SPECIALI CON CALDEROLI E LA LOGGIA

(ARC) (ACON-ARC) Roma, 07 set - AB - Un incontro dall'esito sostanzialmente positivo quello avuto oggi a Roma dai presidenti dei Consigli e delle Giunte delle Regioni speciali e delle Province Autonome con i ministri Roberto Calderoli ed Enrico La Loggia in merito al disegno di legge costituzionale di riforma della parte seconda Titolo V della Costituzione, attualmente all'attenzione della Camera dei deputati, che la prossima settimana inizierà l'esame dell'articolato. Per la nostra Regione sono intervenuti i presidenti Alessandro Tesini e Riccardo Illy ed è stato quest'ultimo ad illustrare ai rappresentanti del Governo la posizione comune e gli emendamenti elaborati e messi definitivamente a punto nel corso di una riunione che si è tenuta nella sede romana del Friuli Venezia Giulia poche ore prima del vertice con i ministri. L'ordine del giorno che le Autonomie speciali avevano sottoscritto a Trieste lo scorso 3 agosto è stato invece richiamato nei suoi contenuti dal vicepresidente dell'Assemblea siciliana Salvo Fleres. Un'ora e mezza di approfondito confronto, al termine del quale il ministro La Loggia, definendolo costruttivo e sereno, ha affermato che nessuno intende mettere in discussione le Autonomie speciali, semmai rendere armonico il sistema aggiungendo competenze alle Regioni a Statuto ordinario. Ovviamente, ha aggiunto La Loggia, ciò richiede qualche ulteriore approfondimento tecnico. Le Speciali hanno presentato proposte emendative sulle quali ragioneremo e hanno espresso preoccupazione per il venir meno di alcune delle loro competenze e prerogative - di cui sono giustamente gelose. Va però ribadito che ci sono ragioni storiche, culturali, geografiche e politiche alla base di queste prerogative: ciascuna delle Regioni speciali, ha puntualizzato il ministro, ha portato una specificità propria che è stata storicamente valida e che continua a esserlo. I nodi sono chiari, circoscritti, puntuali - ha commentato il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini - e riguardano tre grosse questioni: le competenze delle Regioni speciali che in questo testo non sono interamente fatte salve, l'allineamento dell'elezione dei Consigli regionali con quella del nuovo Senato, che comporterebbe una legislatura contratta a partire da una data ancora da definire, e poi l'intesa per quanto attiene alla modifica degli Statuti delle Regioni speciali - che sono leggi costituzionali - tra il Consiglio regionale e il Parlamento. Abbiamo focalizzato i problemi, si è individuata la possibile soluzione tecnica, che su alcune questioni sembra più facile, in particolare per quanto riguarda la tutela delle competenze acquisite dalle Regioni speciali. Rispetto all'intesa sulle modifiche degli Statuti e l'allineamento all'elezione del Senato, i nodi sono ancora aperti. Della presentazione degli emendamenti - ha aggiunto Tesini - si è fatto carico il ministro Calderoli. Da parte sua, il presidente della Regione Riccardo Illy ha parlato di vertice positivo e costruttivo con i ministri Calderoli e La Loggia che - ha detto - hanno compreso le nostre preoccupazioni e le hanno sostanzialmente condivise, ritenendole accettabili. Il ministro Calderoli, in particolare, ha ritenuto condivisibili all'80 per cento gli emendamenti che abbiamo presentato. Naturalmente adesso sarà importante che questo 80 diventi il 100 per cento e che questa condivisione riguardi l'intero Governo. Mi auguro quindi - ha aggiunto Illy - che il Governo presenti gli emendamenti alla Camera e che poi la maggioranza voti il disegno di legge costituzionale così emendato. Il percorso è ancora lungo ma mi pare che questo primo passaggio sia stato decisamente positivo. A giudizio del ministro Calderoli, la parte che rimane ancora sul tavolo riguarda la questione dell'interesse nazionale e un chiarimento se anche le Speciali debbano sottostare a questo criterio e se lo debbano applicare su tutto o limitatamente ai nuovo poteri che prevede la legge. Dall'altra parte, il ministro per le Riforme si è posto il problema di come incidere il meno possibile su quella che è la specialità e l'autonomia di ciascuna Regione, a cominciare dal nodo delle elezioni, a scadenza naturale dei termini o per scioglimento anticipato. Per quanto riguarda la potestà legislativa degli Statuti, Calderoli ha precisato che non c'è mai stato il minimo problema e se vi è stata interpretazione diversa, ciò non era nelle intenzioni. (segue) (ARC) (ARC-ACON) Roma, 07 set - PPD - Al termine del vertice di Roma, i presidenti Illy e Tesini hanno precisato la formulazione definitiva degli emendamenti consegnati ai ministri Calderoli e La Loggia. Rispetto alla formulazione originaria che vedeva la Costituzione italiana dettare impostazioni di principio per tutte le Regioni, applicabili in toto a quelle ordinarie e in parte a quelle speciali che avevano competenze differenziate contenute nei propri statuti, la preoccupazione è che il nuovo testo esca da questa logica: l'equiparazione per le Speciali, aventi Statuti approvati con legge costituzionale, si tradurrebbe in una penalizzazione e non più in un vantaggio. Da qui la presentazione dei cinque emendamenti. Sull'allineamento delle elezioni delle Assemblee regionali e del Senato federale, le Regioni autonome propongono che tale materia sia contenuta nelle norme di attuazione degli Statuti. L'ipotesi espressa dal ministro Calderoli è di prevedere il voto per il Senato federale contestuale a quello delle Regioni e non viceversa. Il Senato diverrebbe quindi un organo permanente che vedrebbe rinnovata una parte dei suoi componenti ogni volta che si vota nelle singole regioni. Su questo aspetto il ministro ha invitato a sensibilizzare i senatori di ciascuna regione. Un invito raccolto dal Friuli Venezia Giulia, che affronterà il problema sabato prossimo a Udine, in occasione della riunione con i parlamentari già convocata dall'Ufficio di coordinamento della Convenzione per la riscrittura dello Statuto. Calderoli ha quindi detto di condividere l'emendamento presentato dal Governo lo scorso anno, ma poi ritirato, che prevede - per quanto riguarda l'approvazione degli Statuti - una votazione intermedia, tra la prima e la seconda lettura del Parlamento, da parte dei Consigli regionali. C'è accordo, inoltre, sull'ipotesi che si applichino le previsioni della nuova norma alle Regioni speciali solo laddove esse vadano ad accrescere i poteri delle specialità. Con una eccezione: secondo il Governo, dovrà in ogni caso essere applicato il principio, che sarà reintrodotto, dell'interesse nazionale. A giudizio delle Regioni speciali, vi è però il concreto rischio di un contrasto con le competenze esclusive delle Regioni. (fine)