COSOLINI E TREU SU NUOVA LEGGE REGIONALE LAVORO

Trieste, 20 nov - La crescita economica del Friuli Venezia Giulia si attua attraverso politiche coerenti, ma non può fondare i suoi presupposti su una esasperazione della flessibilità contrattuale e su una riduzione dei costi di produzione da far gravare, in maniera prevalente o esclusiva, sui lavoratori. Non ci sono dubbi di sorta su questo per l'assessore al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca Roberto Cosolini, che assieme al senatore e docente universitario di Diritto del lavoro Tiziano Treu è entrato oggi nella seconda fase dei lavori per la nuova legge regionale sul lavoro. Se l'obiettivo primario è portare a casa prima possibile uno strumento normativo in linea con "la capacità di questo governo regionale di fare del lavoro un grande fattore di integrazione e coesione sociale" ha detto Cosolini, le mete intermedie sono rappresentate da un calendario fittissimo di impegni a partire già da lunedì prossimo, con l'avvio del tavolo di concertazione con le parti sociali. "O la procedura per l'approvazione della nuova legge sarà accelerata e si risolverà entro marzo al massimo - ha detto l'assessore - o dovremo ricorrere ad un'intesa di carattere transitorio con le parti sociali per risolvere i problemi dell'apprendistato professionalizzante e dell'alta formazione". L'incontro, cui erano presenti tra gli altri il consigliere regionale Sergio Lupieri e, per le Pari opportunità, Maria Grazia Vendrame, è servito, come ha rilevato Treu, ad affrontare l'area del mercato del lavoro (nell'incontro del 22 ottobre si era parlato dei servizi per l'impegno, la prossima riunione servirà a tracciare le linee dello strumento legislativo). Obiettivo della riunione odierna era focalizzare le politiche a sostegno ad un'occupazione stabile ("il lavoro può essere a termine per un periodo, non per tutta la vita" ha detto Treu) evitando ogni sovrapposizione con eventuali misure statali e comunitarie di supporto all'occupazione ma provvedendo piuttosto alla loro integrazione. Incentivi a chi assume a tempo determinato, miglioramento degli standard minimi occupazionali, bilancio sociale, diffusione della certificazione di qualità (o etica), emersione del lavoro nero, conciliazione dei tempi di lavoro, vita e cura, promozione dell'autoimprenditorialità, prevenzione delle crisi occupazionali, tirocini formativi di orientamento, qualità del lavoro per le categorie deboli (donne, anziani, disabili ecc), devono rappresentare, secondo Treu, i capisaldi fondamentali di queste politiche in Friuli Venezia Giulia. Uno strumento importante per lo sviluppo coerente di queste politiche dovrebbe essere l'Agenzia regionale del lavoro, "una struttura snella, ha detto Cosolini, con personale qualificato e in grado di poter contare su consulenze mirate", che il professor Pierantonio Varesi ha analizzato nelle sue tre componenti di competenza, organizzazione interna, e configurazione giuridica. Per quanto concerne la competenza, all'Agenzia dovrebbe venir affidato, tra l'altro, il compito di dare assistenza tecnica all'assessore competente nella programmazione degli interventi e per ottenere finanziamenti nazionali e comunitari (i due terzi della formazione professionale è stata fatta in Italia attraverso il Fondo sociale europeo), provvedendo al monitoraggio della formazione e del mercato del lavoro e alla gestione del sistema informatico (anagrafe del lavoro e miglioramento dell'incrocio tra offerta e domanda). L'Agenzia dovrebbe anche dare assistenza tecnica alle Province nella gestione dei centri per l'impiego.