CONFERENZA REGIONALE SU SETTORE IN FVG

Susans (Udine), 02 dic - Un turismo gestito con criteri altamente professionali, "lontano dalla politica e vicino al business", capace di "aggredire il mercato". È questo il futuro del turismo del Friuli Venezia Giulia secondo l'assessore regionale alle Attività produttive Enrico Bertossi, che ha aperto questa sera nel castello di Susans (Udine) il grande convegno voluto dalla Regione per fare il punto sulle prospettive del settore. Al convegno, intitolato "Il futuro turistico del Friuli Venezia Giulia: nuovi scenari e potenzialità di crescita", sono stati chiamati a discutere alcuni esperti dei vari mercati internazionali. Le conclusioni sono affidate al presidente della Regione Riccardo Illy. Bertossi ha indicato la strada verso la quale la Regione intende muoversi dal punto di vista dell'organizzazione del settore: una forte "authority" centrale, che sia capace di governare in modo unitario e integrato il turismo del Friuli Venezia Giulia, con sede in un luogo emblematico come Villa Manin; e poi una ridefinizione del ruolo delle Aiat, alle quali verrà demandato il coordinamento delle attività sul territorio. L'assessore ha ricordato che è passato esattamente un anno da quando la Regione, con una decisione innovativa, ha voluto affidare a un pool di agenzie, tramite gara, il compito di promuovere il turismo regionale e riposizionare l'immagine del Friuli Venezia Giulia. Con questa operazione, secondo Bertossi, sono stati lanciati due messaggi, uno esterno verso i potenziali clienti e uno interno verso gli operatori del settore: "il Friuli Venezia Giulia c'è" come meta turistica e "siamo una squadra". L'offerta turistica regionale è infatti molto variegata (mare, montagna, città d'arte, nautica, enogastronomia e così via) e per questo occorre, secondo l'assessore, una gestione integrata e non più parcellizzata. A svolgere la relazione introduttiva è stato chiamato il professor Josep Ejarque, attualmente direttore del Turismo a Torino, che ha disegnato i nuovi scenari del mercato turistico. Siamo di fronte, secondo Ejarque, a un turista molto più colto, informato, esperto ed esigente rispetto solo a qualche anno fa, che non vuole semplicemente "fare una vacanza" ma invece "vivere un'esperienza", sfuggendo dalla massa e ricercando la qualità. Nell'offerta turistica sono dunque vincenti fattori come l'immagine e la tutela dell'ambiente, assieme alla capacità di definire prodotti su misura per una domanda sempre più segmentata. Susans (Udine), 2 dic - Se le possibili "chiavi" del successo del Friuli Venezia Giulia in campo turistico sono racchiuse nelle "Tre A" coniate da Josep Ejarque - accessibilità, accoglienza ed animazione - per il presidente della Regione Riccardo Illy (che ha concluso oggi al castello di Susans i lavori del convegno dedicato agli scenari ed alle potenzialità della nostra crescita turistica) la regione può trovare "una risposta importante" nel suo futuro sviluppo grazie a questo settore dell'economia. Il turismo continua a rappresentare la prima industria al mondo, ed il suo incremento resta costante negli anni, l'allargamento della Ue "offre" un bacino di nuovi 75 milioni di turisti, "il Friuli Venezia Giulia rappresenta il mare e la montagna (assieme all'Austria) più vicine a queste nuove clientele, dai redditi crescenti del 3-5 per cento ogni anno". Ed ancora, il Friuli Venezia Giulia possiede tutte le "materie prime" necessarie (mare e monti, fascia collinare e città d'arte) ed è in grado di proporre delle ricchezze, che talvolta diamo per scontate, ha sottolineato Illy, che vanno dai siti archeologici alle architetture urbane, dall'enogastronomia alle specificità ambientali e culturali. Ma queste offerte turistiche, ha sottolineato il presidente, vanno coordinate e promosse con una commercializzazione non frammentata, magari anche mirando ad una selezione dei segmenti di mercato, organizzando la fase di vendita ed utilizzando appieno i tour operator, soprattutto per "coprire" quei mercati potenziali che ancora ci vedono poco presenti. Per il presidente Illy, inoltre, c'è ancora spazio per promuovere forme innovative di turismo, certamente di nicchia, che possono ad esempio chiamarsi turismo dedicato agli appassionati di motociclismo, del ciclismo (completando però i percorsi ciclabili verso Austria ed Istria), della speleologia (Carso ed area del Canin). "Dobbiamo comunque cambiare", sia nel pubblico che nel privato, ha indicato Illy, dobbiamo diffondere la cultura dell'ospitalità, acquisire know-how scientifico in materia, utilizzare le risorse formative delle due Università e del MIB School of Management di Trieste, magari sviluppando con loro un vero e proprio "Centro di formazione turistica" di livello regionale.