Trieste, 10 gen - "Le pietre di inciampo hanno il pregio di
racchiudere in una singola mattonella la storia e il ricordo di
una persona deportata in un campo nazista con una immediatezza
che i libri non possono certo assicurare".
Lo afferma l'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo
Roberti, che oggi ha partecipato all'installazione a Trieste di
venti nuove pietre d'inciampo ideate dall'artista Gunter Demnig.
Un'iniziativa realizzata da alcuni anni dalla Comunità ebraica di
Trieste in collaborazione con il Comune di Trieste, con
l'autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e
paesaggio del Friuli Venezia Giulia e la partecipazione del Liceo
classico linguistico Petrarca.
"Le Stolpersteine - sottolinea Roberti - riescono a raccontare
questi drammatici eventi storici non come fatti lontani nel
tempo. Hanno la forza invece di far conoscere sia questi nostri
concittadini ma anche i luoghi dove hanno vissuto e dove queste
tristi vicende sono avvenute. Quelle stesse vie, piazze e rioni
di Trieste che fanno da sfondo alla nostra distratta
quotidianità ".
"Se possibile le pietre d'inciampo possono anche dare un po' di
conforto a quelle famiglie che spesso hanno perso i loro cari
senza avere neppure una data certa da ricordare. Uomini, donne e
bambini che - conclude l'assessore - non hanno potuto avere
neanche una degna sepoltura".
Le Stolpersteine posate oggi a Trieste ricordano Lucia Eliezer,
Roberto Moisè Finzi, Adele Gentilomo Finzi, Ermenegilda Tedeschi
Lust, Fanni Lust, Lina Steindler Revere, Elda Mayer Grego
Romanelli, Elia Nacson, Carlo Calzi (Kalc), Francesco Gregori
(Grgic), Angelo Matteoni, Giuseppe Mosetti (Mozetic), Francesco
Rauber, Giovanni Vremez, Ermidio Zuliani, Abramino Salonicchio,
Leone Lazzaro Wandel, David Dario Osmo, Elisa Hering e Vittorio
Hering.
ARC/RT