FVG I REGIONE IN ITALIA; MIN.BUTTIGLIONE "LEGGE INNOVATIVA"
Roma, 27 apr - "Essere arrivata per prima ad approvare una
legge comunitaria regionale dimostra non solo l'attenzione della
Regione alle tematiche europee, quanto e soprattutto la vocazione
internazionale del Friuli Venezia Giulia, sancita nello Statuto
di Autonomia e attuata negli anni attraverso vari accordi,
contatti, organismi con Regioni o Stati contermini. Per questo,
secondo noi, l'imminente allargamento dell'Unione Europea con
l'ingresso di dieci nuovi Paesi va considerato piuttosto una
'riunificazione' dell'Europa, base per una vera integrazione".
È quanto ha sostenuto l'assessore regionale alle Relazioni
internazionali e alle Autonomie locali, Ezio Beltrame, che ha
presentato oggi nella sede della Regione a Roma, alla presenza
del ministro per le Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, la
legge regionale 10 dello scorso 2 aprile, che reca "Disposizioni
sulla partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia ai
processi normativi dell'Unione Europea e sulle procedure di
esecuzione degli obblighi comunitari".
Secondo Beltrame si tratta "di definire il ruolo delle Regioni
alla formazione del processo comunitario. Con questa legge - che
nasce dalla collaborazione di due diverse direzioni regionali,
con un grande lavoro di approfondimento giuridico e legislativo e
con l'utilizzo di un finanziamento comunitario nell'ambito del
programma FreNeSys per le azioni innovative - il Friuli Venezia
Giulia ha posto le premesse per un rapporto diretto con le
istituzioni comunitarie".
In sostanza, grazie a questa legge - i cui contenuti sono stati
poi illustrati dal direttore del servizio regionale per la
Progettazione e la Consulenza legislativa, Gemma Pastore, e da
Elisabetta Reja per la direzione regionale per le Relazioni
internazionali - la Regione potrÖ adeguare periodicamente il
proprio ordinamento agli obblighi derivanti dall'approvazione di
regolamenti o direttive, alle sentenze della Corte di Giustizia e
in generale attuare provvedimenti o decisioni, anche di rango
amministrativo, che comportino l'obbligo di adeguamento o ai
quali la Regione stessa intenda comunque uniformarsi.
Del resto, il Friuli Venezia Giulia si ß mosso alla luce di
notevoli novitÖ costituzionali e legislative: le modifiche al
Titolo V della Costituzione prevedono la partecipazione delle
Regioni al processo di formazione e attuazione delle politiche
comunitarie; la successiva "Legge La Loggia" prevede
esplicitamente che le Regioni e le Province autonome partecipino
direttamente alla formazione degli atti comunitari che ricadono
in materia di competenza legislativa regionale; infine, il "Ddl
Buttiglione" in fase di approvazione stabilisce l'obbligo per le
Regioni e Province autonome di dare tempestiva attuazione alle
direttive comunitarie nelle materie di propria competenza
legislativa.
"Di fronte a questi obblighi - ha affermato ancora l'assessore
Beltrame - la Regione ha operato dandosi una normativa adeguata.
Anche per evitare interventi sostitutivi da parte dello Stato. Da
parte nostra, anzi, c'ß l'auspicio che Regioni e Governo
nazionale trovino una posizione comune e idonee sedi di
concertazione per presentare in Europa una posizione comune sui
tanti temi di interesse. Un ruolo attivo e non marginale delle
Regioni contribuirebbe infatti a definire con maggiore coerenza
gli interessi complessivi".
La legge del Friuli Venezia Giulia ha suscitato interesse negli
esponenti delle altre Regioni presenti all'incontro, alcune delle
quali sono al lavoro per definire proprie leggi analoghe, come
emerso dal dibattito che ß seguito all'illustrazione.
Le conclusioni sono state tratte dal ministro Buttiglione,
secondo il quale "questa legge regionale comunitaria ß non solo
innovativa, ma necessaria". Il ministro ha affrontato il problema
dei rapporti di competenza fra Stato, Regioni e Unione Europea,
per sollecitare le Regioni a esercitare le loro competenze,
evitando coså l'esercizio del potere sostitutivo da parte dello
Stato.
Secondo Buttiglione la legge merita apprezzamento per
l'attenzione che presta alla trasformazioni per via regolamentare
e amministrativa; per il fatto che dÖ spazio alla partecipazione
alla formazione degli atti comunitari; per tanti altri punti che
dovrebbero divenire di modello e di esempio per le altre Regioni.
Particolarmente attento, il ministro, alla partecipazione:
"troppo spesso - ha concluso - ß mancata la giusta e continua
concertazione tra istituzioni nazionali, regionali e comunitarie
e fra queste ed i sistemi delle Autonomie locali e funzionali.
Un'attiva partecipazione può contribuire a sviluppare un giusto
spirito europeo".
ARC/Nico Nanni