(ACON) Gemona del Friuli (Ud), 22 nov - "Qui bisogna
ricostruire, non piangere". Lo disse davanti alle telecamere una
donna di Majano nei giorni del terremoto, immagini riproposte da
un filmato del 1976 che ha emozionato l'intera platea del cinema
teatro Sociale di Gemona. E sono parole che meglio di molti
discorsi spiegano quello che è stato chiamato il miracolo della
ricostruzione, al centro stasera di un dibattito su Giuseppe
Zamberletti, in occasione della presentazione del libro
biografico "La luna sulle ali" del giornalista Gianni Spartà.
La figura del commissario straordinario scomparso due anni fa,
che fu tra gli attori protagonisti della rinascita, è stata
raccontata dall'autore della biografia ma anche da protagonisti
di oggi e di ieri: da Franceschino Barazzutti allora sindaco di
Cavazzo Carnico, uno dei comuni più colpiti dal sisma,
all'attuale primo cittadino di Gemona, Roberto Revelant, da
Stefano Grimaz dell'Università di Udine all'assessore regionale
alle Finanze, Barbara Zilli, che si è definita "figlia della
ricostruzione. Il modello Friuli è in questa sala, nella nostra
storia ma anche nel nostro futuro".
Al dibattito - moderato dal condirettore del Messaggero Veneto,
Paolo Mosanghini - ha partecipato anche il presidente del
Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin. Che ha messo a fuoco il
clima sociale e politico alla base dell'immenso lavoro post
sisma. "La ricostruzione fu un modello dal punto di vista
politico - ha detto il presidente - ma anche dal punto di vista
legislativo, con la delega dello Stato alla Regione e della
Regione ai sindaci. E la prima considerazione è che fu merito
degli uomini di quel tempo, perché le idee camminano sempre sulle
gambe delle persone: c'era peraltro una selezione della classe
dirigente molto diversa da oggi, esistevano le scuole di
formazione politica all'interno di partiti che avevano valori e
ideologia".
Il secondo aspetto sottolineato da Zanin è la sussidiarietà: "E'
una parola oggi molto gettonata, ma pochi la mettono in pratica -
ha osservato il presidente dell'Assemblea legislativa - : anche
nella gestione dei fondi del Pnrr l'approccio del Governo non è
quello di fidarsi del tutto di Regioni ed enti locali. Allora
invece quel principio di delega fu messo compiutamente in
pratica. Ed è un modello vincente, a patto che si riesca a
selezionare una classe dirigente a contatto con la gente, come
oggi avviene soprattutto nei Comuni visto che in Parlamento si va
a votare su liste decise dai partiti".
"Il terzo aspetto chiave - ha detto ancora Zanin - è stata la
solidarietà: è vero che i friulani hanno lavorato sodo,
mettendoci del proprio, ma ci fu molta compartecipazione da parte
delle altre regioni italiane e anche dall'estero. In quegli anni
il Paese diventò veramente Paese, un po' come avvenne durante la
Prima guerra mondiale, quando vennero a combattere nelle nostre
terre soldati da tutte le regioni". E alcuni toccanti esempi di
questo rapporto sono emersi nel corso del dibattito. In Friuli -
è stato detto - arrivarono 5200 roulotte da tutt'Italia, "e
ritornavano a casa pulite in modo impeccabile, con dentro un
pezzo di formaggio e un mazzo di fiori".
Al teatro Sociale si è parlato anche di futuro, chiedendosi se il
modello Friuli sia davvero replicabile, e quanto possa aiutarci
la gestione della prevenzione per affrontare le emergenze future.
Il sindaco Revelant ha messo il dito nella piaga della giungla
legislativa: "Oggi ad esempio se un privato va a lavorare nella
casa di un fratello o di un amico, viola le norme". Un argomento
ripreso da Zanin. "È vero: le leggi dei primi anni della
Repubblica erano esemplari per chiarezza e semplicità - ha detto
il presidente - mentre oggi a volte si fa fatica a capire testi
che spesso propongono continui rimandi ad altre norme. Dobbiamo
sforzarci di semplificare, e me ne sto occupando anche
all'interno del Comitato europeo delle Regioni che è la quarta
gamba dell'Unione Europea. I principi a cui la stessa Commissione
Europea ci invita a guardare sono quelli del testo unico, della
sostituzione di una norma con l'altra, non certo
dell'accavallamento legislativo. Sono obiettivi che si è posta
anche la Giunta regionale, con l'assessore Sebastiano Callari".
Zanin, così come il professor Grimaz e altri protagonisti del
dibattito, ha sottolineato anche le grandi innovazioni
legislative di quegli anni, che consentirono alla Protezione
civile di diventare uno strumento fondamentale per la gestione
delle emergenze. "E Zamberletti ci spiegò come affrontare le
crisi, assumendosi la responsabilità delle scelte sulla base
dell'etica della responsabilità".
Molti e significativi gli aneddoti raccontati dall'autore del
libro sulla vita politica e personale dell'ex commissario
straordinario. Ne scegliamo uno: "A un certo punto, avvicinandosi
le elezioni, Zamberletti voleva fare qualche comizio nel suo
collegio di Varese - ha raccontato Spartà -. E Aldo Moro, allora
presidente del Consiglio, gli disse: "No, tu non ti muovi dal
Friuli. Casomai ti facciamo senatore a vita
".
ACON/FA