Grado, 15 giu - Si ß svolta al Palacongressi di Grado la
cerimonia di consegna delle "Aquile dello Sport" agli atleti del
Friuli Venezia Giulia che, nel 2003, hanno conseguito primati
mondiali od olimpici (Aquila d'oro), europei (Aquila d'argento) o
nazionali (Aquila di bronzo), mentre i veterani sono stati
premiati con l'Aquila bianca.
La manifestazione - giunta alla 25.ma edizione - ß stata
organizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, rappresentata
oggi dall'assessore allo Sport, dal CONI regionale, presente il
presidente Emilio Felluga, dall'Unione stampa sportiva italiana
(Ussi), con il suo presidente regionale Augusto Re David, e
sponsorizzata dalla Banca Popolare FriulAdria, intervenuta con il
responsabile dell'Area Adriatica Tullio Cianciolo.
L'assessore regionale ha coså voluto sottolineare lo stretto
legame che unisce lo sport alla cultura e del credito che, in
questi due settori, la nostra regione ha nei confronti di tutto
il mondo per i prestigiosi risultati ottenuti, sia in ambito
sportivo sia in quello culturale.
Il livello di partecipazione alle attivitÖ sportive, in regione,
ha aggiunto l'assessore, raggiunge livelli di grande
coinvolgimento, anche per la presenza di numerosi ed efficienti
impianti sportivi che consentono di svolgere sia attivitÖ
dilettantistica che professionistica.
Ma tutto sarebbe vano, ß stato indicato, se non ci fosse la
presenza volontaristica di numerosi dirigenti sportivi che
dedicano molto tempo della loro vita al mondo giovanile.
Un grande sogno, ha concluso l'assessore, sarebbe quello di
distogliere i giovani dalla televisione per indirizzarli, invece,
verso una qualsiasi attivitÖ sportiva.
Sono state, quindi, consegnate a 229 atleti le Aquile dello
Sport, nonchß i premi speciali attribuiti a cinque personaggi
dello sport del Friuli Venezia Giulia.
Quest'anno il riconoscimento di " Personaggio regionale" ß andato
a Guido Crechici e quelli a carattere "provinciale" per Gorizia a
Manlio Miniussi, per Pordenone a Sergio Bolzonello, per Trieste a
Matteo Bartoli e per Udine a Severino Feruglio.
ARC/Mario Leardi