(ARC) Trieste, 9 ott - Sono arrivati a Trieste all'imbrunire, accompagnati da terra dal sound sudamericano della band triestina Berimbau e accolti, sulla banchina di fronte a piazza Unità d'Italia, dall'assessore allo Sport del Friuli -Venezia Giulia, Roberto Antonaz, e dal direttore del Centro di igiene mentale di Trieste, Giuseppe Dell'Acqua. Loro, a bordo del "19 metri" Progetto Italia, sono i "Matti per la Vela", un gruppo eterogeneo di velisti, malati psichici, psicologi, psichiatri ed infermieri che contraddistinguono l'iniziativa educativa e riabilitativa attraverso lo sport nata, cinque anni fa, a Genova.
Guidati dagli skipper Giovanni Massone e Paolo Vianson, 35 pazienti affetti da disturbi del comportamento si sono alternati in barca ed hanno portato a termine un Giro d'Italia a vela durato quasi un mese. Partito il 14 settembre da Genova, Progetto Italia sponsorizzato Telecom ha fatto tappa nei porti di Genova, Livorno, Ostia, Salerno, Messina, Taranto, Santa Maria di Leuca, Bari, Ancona e Rimini prima di concludere l'impresa a Trieste dove, per l'occasione timonata dal navigatore solitario Giovanni Soldini e con a bordo una decina di velisti-pazienti, domenica parteciperà alla 35.ma Barcolana.
"Matti per la Vela - ha affermato Antonaz - è la dimostrazione che i disabili mentali possono cimentarsi in imprese sportive inseriti a pieno titolo nella vita normale. Chi è più sfortunato di altri ha diritto ad essere assistito e proiettato verso una giusta integrazione".
Pensieri ed emozioni condivisi da Dell'Acqua che considera questa iniziativa "una svolta epocale, un passo importante verso la normalità per le persone affette da disturbi mentali, un modo di recuperarli attraverso lo sport e di consentire loro di vivere la vita in prospettiva di una possibile guarigione".
Lacrime e gioia sui volti dei protagonisti appena sbarcati e abbracciati da chi li attendeva sotto il tiepido sole triestino. "Abbiamo trasmesso il nostro messaggio di solidarietà, riabilitazione ed integrazione in tutti i porti", racconta un Massone soddisfatto del proprio equipaggio, singolarmente capace di svolgere tutte le mansioni affidate. "E' stato impegnativo ma stupendo - rivela infine la psicologa Katiuscia Del Dottore che non ha perso un solo giorno di navigazione - perché si è creata una grande complicità con il gruppo di pazienti-velisti. Ci aiutavamo a vicenda, hanno dimostrato tutti una grande volontà. Adesso abbiamo molti spunti su cui lavorare".
ARC/Fabio Carini