(ACON) Trieste, 27 lug - La "manovra di assestamento più
corposa degli ultimi anni" è stata, secondo Tiziano Centis -
capogruppo dei Cittadini e relatore di minoranza del ddl 141 -
anche "un'occasione persa, svilente e persino oscura". Centis si
riferisce alle "modalità con cui è iniziato l'iter", che
avrebbero costretto i consiglieri di minoranza a "subire di fatto
l'azzeramento del ruolo di controllori".
Ciò nonostante il gruppo consiliare "affronterà i lavori d'Aula
senza pregiudizi e con spirito costruttivo, riservandosi di
maturare l'espressione di voto alla fine del percorso d'esame del
provvedimento".
Tra le misure già note, i Cittadini ritengono "inadeguato" lo
stanziamento di 20 milioni per la sanità pubblica di fronte ai
tanti problemi, tra i quali "la continua crescita di pendolarismo
verso strutture extraregionali del privato accreditato e la
troppo debole capacità del sistema regionale di far fronte alla
sempre più drammatica carenza di personale". "Positivi" invece i
7,5 milioni in favore delle case di riposo.
"In tema ambientale - aggiunge il relatore di minoranza -
sollecito una maggiore attenzione in merito alla rimozione
dell'amianto. Sull'attività di bonifica dei siti inquinanti,
ricordo la questione del Cellina Meduna che deve essere
affrontata insieme alla gestione dei rifiuti". "Significative, ma
non bastano" anche le risorse messe a disposizione nel comparto
della Cultura. Quanto alle politiche edilizie, secondo i
Cittadini si dovrebbe fare di più, in particolare per il recupero
di alloggi Ater "in modo dare un alloggio a centinaia e
centinaia di famiglie".
Centis pone poi con forza "il tema dei milioni di euro previsti a
titolo di compartecipazione ai meccanismi di finanza pubblica che
la Regione deve allo Stato. A salvaguardia dell'autonomia
regionale - raccomanda il capogruppo - l'obiettivo minimo per la
Regione doveva essere la sospensione se non la completa
cancellazione dei Patti finanziari con lo Stato per tornare
definitivamente al puro regime di compartecipazione previsto
dall'articolo 49 del nostro Statuto".
La prima parte della relazione si concentra invece sugli effetti
che la pandemia ha prodotto nel sistema economico regionale. Tra
i dati più significativi, "la flessione generale del 9% nel 2020
con una perdita di quasi 3 miliardi di Pil regionale rispetto al
2019, la forte emergenza-liquidità, le quasi 3mila imprese in Fvg
che presentano crediti in sofferenza e che, non potendo ricorrere
a nessun intermediario finanziario, rischiano molto più delle
altre di scivolare tra le braccia degli strozzini". Sul fronte
dell'occupazione, poi, nel 2020 "si sono perse 45mila unità di
lavoro totali, pari al 9% del totale degli occupati in regione".
ACON/FA-fc