Ministro Bianchi, Paese cresca come il Fvg con esempio solidarietà
San Vito al Tagliamento, 19 lug - "La transizione digitale è
una sfida enorme che deve passare attraverso un nuovo modello
culturale di approccio al lavoro che implica il cambiamento
profondo dei processi produttivi. Questa Amministrazione
regionale si è data due linee guida di sviluppo: la logistica e
l'innovazione. Siamo la regione a più alto tasso di innovazione
in Italia, ma siamo ancora indietro rispetto alle regioni più
innovative d'Europa. Partiamo da una forte vocazione alla ricerca
di base, ora ciò che ci può aiutare a intraprendere la
prospettiva giusta è investire sull'asset che più considero
fondamentale, ovvero la capacità di formazione".
È questo lo scenario delineato dal governatore Massimiliano
Fedriga nel suo intervento all'inaugurazione
dell'ampliamento di Lean Experience Factory (Lef), la fabbrica
modello voluta nel 2011 da Confindustria Alto Adriatico, McKinsey
e altre aziende nel polo industriale di Ponterosso a San Vito al
Tagliamento. La fabbrica modello è stata presentata come il più
grande centro al mondo di formazione sull'innovazione applicata
all'industria e ai processi gestionali, tanto da richiamare la
visita del ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi.
Fedriga ha quindi illustrato al ministro il modello che da qui si
intende estendere a tutta la regione ed esportare nel Paese, un
modello in cui "l'innovazione parte dalle persone - ha
sottolineato il governatore -; per questo stiamo lavorando con
Israele a un progetto di formazione continua che tiene conto
della rapidità dei cambiamenti che ci fanno immaginare come nei
prossimi anni sarà impossibile concepire un ciclo professionale
che nasce e termiana con lo stesso tipo e livello di
apprendimento".
Nel progetto pordenonese, Fedriga vede altri spunti di sviluppo
come "la capacità di tenere nel mercato tutti i lavoratori,
garantendo durante il tempo lavorativo anche la formazione
continua; la partnership stretta tra pubblico e privato,
l'innovazione diffusa con una visione ampia del trasferimento di
conoscenza".
Concetti che hanno trovato eco nell'intervento del ministro che
ha richiamato la capacità del mondo industriale del Nordest di
creare un modello basato sulla qualità e non sulla quantità, tale
da essere riconosciuto in tutto il mondo come un modello
italiano. Bianchi ha auspicato che puntando su formazione e
qualità il Paese possa crescere come sta già facendo il Friuli
Venezia Giulia a cui ha riconosciuto anche il valore della
solidarietà. Concetto da cui il ministro ha preso spunto per
richiamare il dovere a eliminare le diseguaglianze tra il Nord e
il sud d'Italia che impediscono lo sviluppo uniforme di tutto il
Paese. Quanto all'istruzione Bianchi ha detto che il Ministero è
pronto a far ripartire l'anno scolastico il 12 settembre, in
presenza e in sicurezza. Sulle politiche nazionali, proprio alla
luce della quarta rivoluzione industriale, della spinta alla
digitalizzazione e della rapidità del cambiamento, l'Italia si
prepara a rinnovare l'istruzione a partire dalla fascia 0-6 anni,
dove è doveroso imprimere le basi del processo di apprendimento e
della condivisione della conoscenza.
Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte anche gli assessori
regionali all'Istruzione Alessia Rosolen e alle Attività
produttive Sergio Emidio Bini.
Rosolen, a margine dell'incontro, ha rivolto al ministro la
richiesta di riconoscere alle amministrazioni regionali la
competenza diretta sugli Istituti tecnici superiori "qui oggi
inauguriamo il modello formativo del futuro - ha rimarcato
Rosolen -; da qui la volontà di portare a compimento il titolo V
della Costituzione in materia di competenze sulla scuola e
l'istruzione, rispetto al quale rivendichiamo l'autonomia
amministrativa del sistema scolastico regionale".
Per Bini, il richiamo del ministro alla crescita del Friuli
Venezia Giulia "è un motivo di orgoglio che si misura su numeri
concreti. La regione è tra le prime ad aver agganciato la ripresa
post pandemia e lo dicono chiaramente gli indicatori sulla
crescita della produzione interna e dell'export; ciò non deve
illuderci, abbiamo ancora molto da fare e alcune leve sugli
investimenti arriveranno dalla manovra di assestamento".
Il polo pordenonese, come ha ricordato il presidente di
Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, è stato
fondato nel 2009 e ha continuato a crescere come centro formativo
applicato e modello di industria integrata al sistema scolastico,
in particolare alla formazione in ambito tecnologico.
Negli anni sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. A
settembre saranno avviati tre nuovi Its con percorsi di
specializzazione nel legno arredo, nel vetro cavo e nei polimeri.
Il polo guarda all'Europa, da dove attrae oltre 200 clienti
all'anno interessati all'ammodernamento dei processi produttivi
in chiave digitale e con un sistema gestionale "leggero".
Ciononostante, come ha indicato una indagine di Mckensey,
illustrata dalla responsabile Lef, Cinzia Lacopeta, solo il 3 per
cento delle imprese in Europa attua una trasformazione digitale
sull'intera azienda, il 26 per cento interessa il solo sito
manifatturiero e il 71 per cento introduce ferma l'innovazione a
singoli casi d'utilizzo del digitale.
Sulla spinta alla crescita delle competenze tecniche si è
soffermato infine anche il vice presidente di Confindustria,
Gianni Brugnoli, che ha indicato nel polo pordenonese un modello
a cui ispirarsi anche a fronte delle risorse del Pnrr che nei
prossimi anni destinano 1,5 miliardi di euro allo sviluppo degli
Istituti tecnici superiori.
ARC/SSA/ma