(ACON) Trieste, 8 giu - Quattro le macro-iniziative di
interesse regionale estrapolate dal programma di lavoro della
Commissione europea per il 2021 da parte della II Commissione
consiliare presieduta da Alberto Budai (Lega) che, dopo averle
discusse con gli assessore competenti, le trasmetterà alla V
Commissione per un lavoro più complessivo e propedeutico alla
loro trattazione da parte dell'Aula quali suggerimenti da far
arrivare agli organi europei attraverso i canali nazionali.
Il primo punto trattato ha riguardato lo sviluppo del 25 per
cento della produzione biologica per il 2030 suggerito dall'Ue,
in merito al quale l'assessore regionale all'Agricoltura, Stefano
Zannier, ha posto da subito un avvertimento rispetto alle
indicazioni europee: "Non si tratta di una produzione
standardizzata, inoltre siamo in carenza di produzione causa il
fatto che i volumi richiesti di prodotto alimentare biologico a
livello globale stanno crescendo costantemente. Questa
compensazione avverrà in altre aree, certamente non di competenza
europea. Si dovrebbe, allora, pensare piuttosto a un principio
base che afferma come tutte le produzioni devono essere
realizzate in modo sostenibile per una transazione verso un
sistema a impatto zero sull'ambiente".
"È difficile mettere un parametro molto sfidante, qual è il 25
per cento di cui parla la Commissione europea, a fronte
dell'assenza del mercato per il 25 per cento di quel prodotto.
Sarebbe più logico - ha spiegato ancora l'assessore - consigliare
che ci sia un meccanismo dinamico per il quale l'obiettivo è il
raggiungimento del 25 per cento ma da attuarsi per passi, man
mano che crescono le quote di mercato rispetto al prodotto
biologico, altrimenti ci si troverà con un +25 per cento di
prodotto biologico venduto ma come prodotto convenzionale perché
manca la richiesta".
Nel dibattito, Cristian Sergo (M5S) ha affermato che ci si
dovrebbe chiedere perché, fino a oggi, non si sia stati capaci di
raggiungere quel 25 per cento in più e cosa abbia fatto fino a
oggi la Regione per farlo. "Ci voleva poco convertire i pascoli
di montagna in terreni biologici" ha fatto presente,
soffermandosi poi su altri temi quali la conformità delle
procedure di infrazione, in particolare sull'uso dei
fertilizzanti azotati in inverno, ma anche sulla revisione del
regolamento della pesca. In merito, Zannier ha risposto che
"tutte le regolamentazioni europee si basano sulle
caratteristiche della pesca praticata nei mari del Nord Europa e
sono difficilmente applicabili al comparto del Mediterraneo,
ancor meno dell'Adriatico".
Leonardo Barberio (FdI) ha, invece, sottoscritto le perplessità
dell'assessore portando la sua personale esperienza di
imprenditore agricolo e affermando che "le percentuali paletto
possono rivelarsi più dannose che utili, meglio sarebbe
intervenire per migliorare la formazione dei produttori".
Di aggiornamento della strategia industriale ha poi parlato
l'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio
Bini, a detta del quale ci sono stati tre aggiornamenti, a
cominciare da marzo 2020 per finire a maggio scorso, tutti verso
la neutralità climatica e la digitalizzazione.
"Tre gli obiettivi verso cui si concentra la strategia:
rafforzare la resilienza del mercato unico; gestire le dipendenze
strategiche dell'Unione europea; accelerare la duplice
transizione verso il verde e il digitale", ha detto ancora Bini,
che ha quindi parlato della situazione che si è creata durante la
pandemia e le trasformazioni che hanno avviato le imprese per
adattarsi al momento.
"La Commissione europea - così ancora l'assessore - propone di
fatto uno strumento per le emergenze del mercato unico: garantire
definitivamente la libera circolazione delle persone, delle merci
e dei servizi in caso di crisi e un rafforzamento della
cooperazione tra i vari Paesi per quanto riguarda gli appalti
pubblici. Altro punto, l'attuazione della direttiva dei servizi
per assicurare che gli Stati membri dell'Unione rispettino gli
obblighi previsti e un rafforzamento della vigilanza del mercato
dei prodotti attraverso una accelerazione della
digitalizzazione".
"In merito alle dipendenze strategiche, durante la fase pandemica
è emersa tutta la debolezza europea. La Commissione ha fatto uno
studio su 5.200 prodotti: di questi, 137 si trovano in condizione
di forte dipendenza. Ad esempio i respiratori, le mascherine,
tutti necessari durante la lotta al Coronavirus: in Europa se ne
producevano pochissimi, con i relativi problemi. Ci saranno altre
analisi di altri comparti - ha sottolineato Bini - e si cercherà
di diversificare le catene di approvvigionamento industriali e
stringere dei partenariati internazionali per aumentare la
capacità di proposta dell'Europa".
Tra i temi da porre all'attenzione della Comunità europea, per
Furio Honsell (Open Fvg) "si dovrebbe esplicitare come
riqualificare i rifugi e aiutare il turismo lento e di
prossimità; evidenziare lo sfruttamento dei terreni
potenzialmente agricoli in strutture per la produzione
energetica, per andare verso la riduzione dei consumi di suolo;
trovare come incentivare il software libero Open source".
Sergio Bolzonello (Pd) ha, invece, portato l'attenzione
dell'assessore Bini sulla "riconversione dei terreni produttivi
con il coinvolgimento dei Comuni, dopo che le aree siano state
tutte recensite. Inoltre, pensare a una sorta di marchio
complessivo della manifattura del Friuli Venezia Giulia, anche
quella al di fuori dei consorzi industriali, con caratteristiche
e garanzie di natura ambientale che nessun altro prodotto ha,
nazionale o straniero che sia".
Ultimo assessore intervenuto, Alessia Rosolen, che si è
soffermata non tanto sui suggerimenti che potrebbero essere dati
ai due aspetti del programma europeo che riguardano la direzione
Lavoro, in particolare l'aspetto della sicurezza e quello del
miglioramento delle condizioni di lavoro degli impiegati delle
piattaforme digitali, ma su quanto la Regione già faccia in
merito tenuto conto della nuova situazione soprattutto sociale in
cui ci si è ritrovati con la pandemia.
La titolare di Lavoro e Formazione ha evidenziato che nel
documento si parla di ripresa, digitalizzazione, evoluzione del
mercato e mobilità dei lavoratori soprattutto nelle zone
transfrontaliere e stagionalità.
"Il tema della salute e della sicurezza - ha aggiunto - è
trattato dalla Regione da anni, anche prima di questa
legislatura, mentre sui lavoratori delle piattaforme digitali ci
siamo trovati a fare i conti in maniera improvvisa, pur se
prevedibile, con numeri esponenziali dati da un'emersione di
lavoratori notevole rispetto a quello di qualche mese fa.
L'intervento legislativo su cui punta la Commissione europea ha
bisogno di una base giuridica comune su cui gli Stati andranno
poi a intervenire, vedi condizioni e protezione sociali fino ai
contratti collettivi e alla rappresentanza, tutti aspetti su cui
la discussione è appena iniziata".
Infine, il consigliere Honsell ha messo in evidenza che "a causa
della pandemia, sono diventati un po' tutti lavoratori delle
piattaforme digitali e non solo coloro che operano nei call
center. Questo porta alla necessità di analizzare quali sono le
tipologie di ciò che passa sotto il nome di smart working, quali
i diritti e le tutele di questi lavoratori".
ACON/RCM-fc