(ACON) Trieste, 8 giu - "Solo un cambiamento culturale, prima
da parte delle istituzioni e della burocrazia, permetterebbe il
gioco di squadra e l'unità enfatizzati dal ministro triestino
Stefano Patuanelli per salvare il settore lattierocaseario. Chi,
come me, passa la sua vita a lavorare in stalla perché ha scelto
di essere un imprenditore agricolo continuando la tradizione di
famiglia, ha ben presente come sia stato arduo fare impresa negli
ultimi 50 anni in questo settore".
Lo scrive in una nota il consigliere regionale Alberto Budai
della Lega, commentando l'intervento a Trieste del ministro
dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, e ribadendo come "servono
centinai di adempimenti burocratici per far sopravvivere
un'impresa agricola con i fatturati che spesso non garantiscono
la competitività sul mercato".
L'esponente della Lega ricorda "l'odissea delle quote latte, la
direttiva nitrati, i prezzi delle materie prime ormai fuori
mercato e, non ultima, la difficoltà che gli allevatori hanno
dovuto affrontare durante la pandemia quando, malati di Covid,
non sapevano come poter sfamare e mungere le loro vacche".
"In Austria e in Baviera gli allevatori sono al centro del
sistema e la zootecnia è strategica anche per il ciclo di vita,
mentre da Roma a Bruxelles spesso e volentieri si punta il dito
verso questo comparto. Sarebbe, quindi, bene che il ministro
esplicitasse la sua posizione sull'importanza della transizione
ecologica in zootecnia - conclude Budai - alla luce delle più
disparate accuse che il settore ha subito, come di favorire
l'aumento del buco dell'ozono o la diffusione della pandemia,
affinché non rappresenti solo nuovi vincoli che costringono le
aziende a chiudere".
ACON/COM/rcm