(ACON) Trieste, 5 giu - "Il Movimento 5 Stelle è attento da
sempre alla partecipazione del pubblico nella realizzazione di
grandi opere o impianti. Ne è la dimostrazione la proposta di
legge regionale depositata l'autunno scorso, in tempi non
sospetti, per regolamentare il dibattito pubblico nelle procedure
di Via con l'obiettivo di dare tempistiche certe agli
imprenditori, ma anche ai cittadini che devono essere informati
sui potenziali impatti economici, ambientali o sulla salute
pubblica".
Lo rimarcano in una nota i consiglieri del Movimento 5 Stelle nel
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, intervenendo sulla
questione dell'inchiesta pubblica relativa al progetto Kronospan
a San Vito al Tagliamento.
"Ecco perché, fin dal primo momento, abbiamo posto la massima
attenzione su quanto proponeva Kronospan, partecipando a un
incontro con l'azienda, dove da subito - ricordano i consiglieri
Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai
- abbiamo segnalato quelle che erano, per noi, le maggiori
problematiche inerenti l'ampliamento proposto. Tutto ciò è stato
già formalizzato nelle osservazioni depositate nella procedura
autorizzativa regionale".
"Adesso, però, ci sentiamo in dovere di intervenire - continuano
gli esponenti del M5S - per chiedere al sindaco Di Bisceglie di
rivedere le modalità di convocazione di un'assemblea pubblica. Il
solo fatto che si tenga in una sede privata stona con il termine
inchiesta pubblica e rischia di limitare la reale partecipazione
dei cittadini. Ma ciò che lascia perplessi sono le tempistiche.
Una riunione convocata il mercoledì alle 17, orario in cui i
cittadini ancora lavorano, in cui si vuole dare spazio sia alla
ditta proponente, sia a chi ha depositato le osservazioni e sia a
chi, non più di 18 cittadini, voglia esprimere la propria
opinione e dovrà farlo in meno di 7 minuti, riteniamo non possa
essere ritenuta adeguata".
"Il nostro concetto - prosegue la nota - prevedrebbe la
convocazione di almeno tre sedute: una per dar modo al proponente
e alle Istituzioni di presentare il progetto ai cittadini, una
per dare spazio alle osservazioni del pubblico e l'ultima per
rispondere alle osservazioni presentate, traendo le conclusioni.
Il sindaco scarica le responsabilità sulla Regione, ma la stessa
lo ha invitato a convocare l'inchiesta pubblica lo scorso 21
maggio, senza indicare i paletti inseriti dal Comune di cui il
primo cittadino dovrebbe assumersi tutta la responsabilità. Da
quella data al 9 giugno si sarebbero potuti tranquillamente
convocare i tre passaggi".
"Auspichiamo che quanto sta succedendo a San Vito - concludono i
portavoce pentastellati - sia l'occasione per la Giunta regionale
e la Maggioranza di prendere in considerazione la nostra proposta
di legge e di regolamentare queste occasioni di confronto
pubblico, senza rimandare a un regolamento del 1996 che non
poteva di certo tener conto degli adeguamenti normativi europei e
nazionali sul dibattito pubblico".
ACON/COM/db