Udine, 02 mag - "I beni culturali sono un po' come la salute: finché ci sono, tutto appare naturale. Quando per qualche motivo vengono a mancare, allora un profondo dolore attanaglia il cuore, provoca un forte disagio, perché si tratta di oggetti in cui la gente si identifica, ritrovandovi la sua storia, le sue radici. E dopo la tragedia del terremoto del 1976, meravigliosa, ammirevole, è stata l'azione di recupero delle opere d'arte".
Con queste parole l'arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, ha introdotto oggi a Udine, al centro Paolino di Aquileia, la presentazione del documentario "Un museo del terremoto", realizzato a trent'anni dai terribili momenti del sisma del 6 maggio in Friuli, per ricordare un aspetto particolare della straordinaria opera di ricostruzione: il recupero del grande patrimonio di arte sacra, custodito nelle chiese, nelle pievi, nelle abbazie, e gravemente danneggiato dalle devastanti scosse.
Il filmato, realizzato dal Centro Produzioni Televisive della Regione, con testi di Mariolina Errico e regia di Stelio Lutmann, racconta, attraverso le testimonianze dei protagonisti, l'impegno e l'attiva partecipazione di volontari, storici dell'arte, esperti e archeologi a quella che si rivelerà una delle più importanti operazioni di salvataggio degli oggetti d'arte sacra di un territorio.
Grazie alla loro spontanea partecipazione, oltre un migliaio di oggetti sacri, tele, altari, statue policrome, reperti storici legati alla fede e alla chiesa friulana, sono stati estratti dalle macerie, messi provvisoriamente in salvo nelle tendopoli e infine raccolti a Udine nella chiesa di San Francesco, primo passo di quella altrettanto grande operazione di restauro, che sarebbe partita negli anni successivi.
In trentaquattro minuti, con immagini anche inedite a colori e in bianco e nero, girate in quei giorni - spezzoni di pellicola in 35 millimetri, super otto, fotografie e brani di servizi televisivi - il documentario ripercorre i momenti salienti di un lavoro finora rimasto ancora poco conosciuto, ma di enorme valenza sul piano culturale.
Alla proiezione sono intervenuti il presidente della Regione, Riccardo Illy, quello del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, monsignor Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine ai tempi del terremoto, monsignor Gian Carlo Menis, direttore del Museo diocesano e gallerie del Tiepolo di Udine, il sindaco di Udine Sergio Cecotti, autorità civili e religiose.
"Grazie ad un'opera prodigiosa di recupero, conservazione e restauro - ha evidenziato il professor Menis - fu salvato il volto culturale e cristiano del Friuli. Il Museo diocesano, perla preziosa di Udine accanto alle gallerie del Tiepolo, esprime profonda gratitudine al Centro televisivo della Regione e alla Regione stessa per aver accolto la proposta di realizzare un documentario su un tema così sentito".
"A trent'anni dal terremoto - ha evidenziato dal canto suo il presidente Illy - mentre commemoriamo le vittime e ricordiamo quanti si sono prodigati nell'opera di soccorso, dobbiamo anche sottolineare come da quella tragica esperienza molto abbiamo imparato: nella prevenzione, in primo luogo, introducendo norme antisismiche, adottando iniziative di prevenzione da tutte le diverse calamità regionali, dotandoci di una moderna ed efficiente struttura di protezione civile. E molto abbiamo imparato anche proprio nel campo e nelle tecniche del restauro delle opere d'arte".
Il presidente Illy ha quindi brevemente ricordato che il Centro di produzioni televisive della Regione, nato negli anni ottanta, ha curato, nel corso degli anni, diversi documentari sulla ricostruzione. Tutti trasmessi dalla Rai regionale e dalle emittenti televisive private del Friuli Venezia Giulia, e fruibili anche sulla web tv www.fvg.tv, a beneficio in particolare delle comunità di corregionali all'estero.
"Un museo del terremoto" sarà proposto in televisione sabato 6 maggio, dalla Rai regionale alle 12.55, in serata dalle emittenti private.
ARC/PPD