Trieste, 18 mar - Finalizzati sotto il profilo occupazionale.
Specifici e immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.
Socialmente preziosi perché esorcizzano lo spettro della
dispersione scolastica e avviano i ragazzi verso un mestiere
definito.
Sono i percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp)
che in Friuli Venezia Giulia si confermano capaci di intercettare
e soddisfare le richieste del tessuto produttivo, come attestato
dall'edizione 2021 del "Rapporto sugli esiti occupazionali degli
allievi di Iefp".
"Innanzitutto è corretto chiarire un paio di aspetti - spiega
l'assessore alla Formazione, Alessia Rosolen -. Il primo: molti
dei ragazzi che intraprendono questi percorsi sono reduci da
esperienze scolastiche nelle quali non si sono sentiti
valorizzati".
"È importante inoltre porre l'accento sull'esigenza di
smantellare definitivamente alcuni luoghi comuni. Dobbiamo
liberarci dai retaggi dogmatici di una certa cultura del '68,
secondo cui tutti devono laurearsi. Il talento - sottolinea
Rosolen - si esprime tramite percorsi diversi e nessuno deve
essere mortificato nella ricerca della sua strada verso la
realizzazione professionale. Parte dei problemi occupazionali di
questi anni è figlia di politiche profondamente sbagliate e
intrise di demagogia e ideologia".
Per quanto riguarda il Rapporto sugli esiti occupazionali degli
allievi di Iefp, l'attività di monitoraggio ha riguardato i 1336
allievi qualificati nell'anno formativo 2018/19, che sono stati
intervistati a un anno di distanza dal conseguimento della
qualifica.
"Il 14,8% ha deciso di proseguire gli studi presso una scuola
secondaria di secondo grado, segno questo, non solo
dell'efficacia in termini occupazionale dei percorsi di Iefp, ma
anche della loro valenza pedagogica - precisa l'assessore -.
Risultato confermato anche dalle opinioni dei diretti
interessati: oltre l'80% degli intervistati, infatti, ha espresso
un giudizio molto positivo sia sul percorso frequentato, sia
sull'esperienza di stage curricolare".
"Da sottolineare, inoltre, il dato più che lusinghiero relativo
alla coerenza occupazionale che si attesta al 73,4%".
Ci sono tre aree professionali che sovrastano le altre e coprono
il 74,5% del totale: quella legata alla meccanica, impianti e
costruzioni (29,2%), quella dei servizi alla persona (23,4%) e
quella dedicata alla categoria turismo e sport (21,9%).
Facendo una distinzione per genere, il 57,3% dei qualificati sono
maschi, le donne sono il 42,7%. Italiani sono il 79%, stranieri
il 21%. Rispetto all'età posseduta al momento del conseguimento
della qualifica, il 34,1% degli allievi taglia questo traguardo a
18 anni, il 25,1% a 19 anni, il 24,2% a 17 anni, il 16,3% a 20 o
più anni, lo 0,2% addirittura a 16 anni.
Quanto alle figure professionali formate, guidano la graduatoria
i riparatori di veicoli a motore (12,3%), davanti agli
acconciatori (12,1%) e ai cuochi (12%). Seguono
panettieri/pasticceri (9,9%), gli operatori meccanici (8%),
camerieri (7,5%) ed estetisti (7,5%). Complessivamente gli
allievi che hanno avuto un'esperienza di lavoro o che hanno
continuato gli studi superiori risultano pari al 94,4%.
"L'ultimo dato è estremamente rilevante - aggiunge Rosolen -.
Significa che molti ragazzi, grazie ai corsi Iefp, ritrovano la
loro strada nel processo di crescita, maturazione e definizione
di un profilo professionale. Una volta imboccato il sentiero
idoneo, ottengono un'occupazione e, nel 14,8% dei casi scelgono
di proseguire gli studi nel settore che, ai loro occhi, gratifica
e valorizza le loro abilità".
"Proiettandoci verso scenari nuovi del mercato del lavoro, è
dovere delle istituzioni - conclude l'esponente della Giunta -
capire veramente quale sia il modo migliore per incrociare la
domanda del mercato del lavoro con le reali inclinazioni dei
ragazzi".
ARC/RT/pph