BARTOLOMEO I, PATRIARCA ECUMENICO, IN FVG

PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO PRIMO ACCOLTO IN REGIONE Trieste, 03 mar - A Trieste, Gorizia e in tutta la regione abbiamo costituito un modello di convivenza particolare, di integrazione conservativa, poiché non ci sono parti delle città in cui si concentrino cittadini di una lingua, di una cultura o religione. E' il sistema multietnico del Friuli Venezia Giulia così come è stato illustrato oggi al vescovo di Costantinopoli e Nuova Roma e patriarca ecumenico Bartolomeo primo, in visita a Trieste e ospite questo pomeriggio del presidente del Friuli Venezia Giulia nel palazzo della Regione, in piazza Unità, che con questo avvenimento, è stato detto, torna ufficialmente a rivivere dopo quattro anni di lunghi ed impegnativi restauri. Un doppio motivo di soddisfazione per il presidente della Regione, che ha accolto Sua Santità per accompagnarlo nella sala dell'imperatore, dov'erano riunite, per dargli il benvenuto, le autorità con il vescovo di Trieste Eugenio Ravignani, il presidente del Consiglio regionale, gli assessori regionali ai Rapporti internazionali e alle Politiche di pace, il sindaco e la presidente della Provincia di Trieste, le massime autorità militari, i prefetti di Trieste e Gorizia, senatori e deputati del Friuli Venezia Giulia. Da parte regionale è stata sottolineata l'importanza della visita di sua santità in una città in cui il dialogo interreligioso è un fattore acquisito e confermato dalla stretta collaborazione tra comunità di diversa confessione; collaborazione che fonda anche sulla consapevolezza che diversità linguistica, culturale e religiosa costituiscono una ricchezza nell'era della conoscenza. A sua volta Bartolomeo primo ha lodato la bellezza di Trieste ripercorrendone nel suo discorso la storia "densa di avvenimenti anche sconvolgenti" che hanno coinvolto tutte le comunità che qui convivono armoniosamente. Un esempio da imitare, secondo Bartolomeo primo che ha sottolineato l'impegno della comunità greco ortodossa nella crescita sociale ed economica della città. Con il suo ricco patrimonio storico e culturale Trieste rappresenta oggi, ha detto Bartolomeo primo, un ponte solido e collaudato tra i popoli dell'Europa, del Mediterraneo, dei Balcani. ARC/Luciana Versi Zambonelli LAUREA AD HONOREM A BARTOLOMEO PRIMO Trieste, 04 mar - Sua Santità il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha ricevuto questa mattina, dalle mani del magnifico rettore dell'Università di Trieste, Francesco Peroni, la laurea ad honorem in Scienze Diplomatiche ed Internazionali per la sua opera in difesa dell'ambiente e per l'impegno a favore dell'amicizia e della pace nelle relazioni internazionali. Alla cerimonia erano presenti le più importanti autorità cittadine, compreso il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, e l'intero corpo accademico, L'attività ed il pensiero di Bartolomeo I, detto anche il patriarca verde, sono stati illustrati ai presenti dal preside della Facoltà di Scienze Politiche e decano del Senato Accademico, Domenico Coccopalmerio nella sua laudatio. Il decano del Senato accademico ha aperto il suo discorso spiegando la "splendida e grandiosa metafora della tunica indivisa" di Bartolomeo I, la tunica senza cuciture della creazione divina che colloca la persona umana al punto d'incontro tra il Creatore e la creazione. Coccopalmerio ha ricordato che per Bartolomeo I "il possedere il senso dell'essere e della vita è l'esigenza più profonda, più urgente nell'Europa del terzo millennio". Secondo il patriarca, ha ricordato Coccopalmerio, "l'Europa non può costituirsi sul primato assoluto della nozione di sviluppo, definita soltanto in termini economici, ma deve diventare una comunità costituita da persone, deve diventare un'alleanza, una società a livello spirituale: questo è ciò che furono il Cristianesimo medievale o l'Europa dell'Illuminismo francese, respirando però sempre con due polmoni, quello dell'Occidente e quello dell'Oriente". Esprimendo "ringraziamenti calorosi per il conferimento della laurea ad honorem", Bartolomeo I ha dichiarato "accettiamo l'onore da parte del Patriarcato Ecumenico, istituzione plurimillenaria di cui per grazia e benevolenza di Dio siamo primate, perché crediamo che anche voi desideriate onorare nella nostra persona questa istituzione per il contributo dato, durante diciassette secoli, alla Cristianità e alla società degli uomini in generale". La "lectio magistralis" di sua santità è stata incentrata sul tema "la diplomazia di Dio e la diplomazia degli uomini", che gli ha consentito di mettere a confronto due "modi" di intendere l'arte della persuasione: da un lato quello dell'uomo, "che ha lo scopo di convincere quello che ci sta di fronte, amico o nemico, a fare ciò che desideriamo"; dall'altro quello di Dio, che "ha come fine il convincere ogni uomo a fare ciò che è nel suo interesse, cioè amare Dio". E questo perché "Dio non ha volontà di interesse personale, come i poteri che rappresentano e servono gli uomini-diplomatici. Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, cioè vuole servire l'interesse dell'uomo che sta di fronte a lui". Alla fine del suo intervento, Bartolomeo I ha chiesto "scusa ai diplomatici qui presenti se in qualche modo possiamo averli offesi" ricevendo applausi scroscianti. ARC/Luciana Versi Zambonelli