Udine, 21 feb - Solidarietà, dignità umana, pari opportunità: sono alcuni dei valori sui quali con lungimiranza e pragmatismo 50 anni fa la Comunità europea diede vita al Fondo Sociale Europeo (FSE) con l'intento di trasferirli concretamente nella vita quotidiana dei cittadini europei. A inizio del cammino 2007-2013 del FSE, oggi a Udine è stato fatto il punto della nuova programmazione regionale con il contributo dei rappresentanti della Commissione europea (Philippe Hatt), del ministero del Lavoro (Valentina Curzi), dell'Autorità regionale di gestione della Programmazione, delle parti sociali del Friuli Venezia Giulia, del presidente della Regione e dell'assessore regionale al Lavoro. Da parte della Commissione europea vi è apprezzamento per i risultati quantitativi e qualitativi raggiunti dal Friuli Venezia Giulia nella passata programmazione, unito allo stimolo a operare per raggiungere risultati sempre più vicini agli "Obiettivi di Lisbona". E da parte della Regione si sta già operando fattivamente per avviare con i primi bandi la nuova programmazione, che nel suo complesso può contare dal 2007 al 2013 su oltre 319 milioni di euro (di provenienza comunitaria, statale e regionale), una novantina dei quali riferiti agli anni 2007 e 2008. Una programmazione, quella regionale, che partendo dai positivi risultati di quella precedente - ha visto perfezionare azioni per l'occupabilità, per l'adattabilità e la formazione continua, i processi di "life long learning", la formazione superiore, la promozione della cultura imprenditoriale, la conciliazione fra vita lavorativa e familiare - ha ora come obiettivo strategico di accrescere la competitività e produttività del "sistema regione" attraverso la creazione e l'utilizzo della conoscenza e di consolidare e ulteriormente accrescere gli attuali livelli di occupazione, la qualità del lavoro e la coesione sociale. Tenendo conto che entro il 2010 andranno raggiunti gli Obiettivi di Lisbona, specie per quanto riguarda l'occupazione femminile, le principali linee d'intervento della prossima programmazione dovranno riguardare le fasce di utenza a più alto rischio di emarginazione dal mercato del lavoro: ovvero i giovani, gli over 45, le persone nell'area dello svantaggio, le donne. Andrà favorita la costituzione poli formativi di eccellenza in un'ottica di rete che veda il coinvolgimento del territorio e del sistema dell'educazione/formazione con priorità alle aree dell'economia del mare, del turismo (per i quali i bandi saranno emessi entro marzo), dell'ICT. Andrà allargata la base delle imprese coinvolte nei processi di formazione continua. Inoltre andranno rafforzati i processi inclusione sociale delle persone svantaggiate; sostenuta la creazione di reti, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell'innovazione; promossa la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base transnazionale; assicurata la più ampia diffusione delle opportunità che derivano dal FSE; promossa la cultura imprenditoriale; rendere più interessante per i giovani ricercatori lavorare in regione, riducendo la precarietà e incrementando prospettive e opportunità. Una risorsa importante per i raggiungimento degli obiettivi sono i Centri per l'impiego.
Come emerso dal convegno, il buon uso dei fondi comunitari nella precedente programmazione 2000-2006, unito ai provvedimenti introdotti dalla Regione, ha portato a risultati positivi nell'economia del Friuli Venezia Giulia. Per il futuro, quindi, si tratta di considerare i cambiamenti in atto, di completare il passaggio dall'era industriale a quella della conoscenza. Bisogna insomma accettare la sfida più importante, ovvero la competitività, che si basa sul grado di qualità e conoscenza dei prodotti. Un cambiamento che ha come motore fondamentale l'apprendimento: per questo servono risorse umane più qualificate, che vanno messe a disposizione del sistema. Da qui la necessità - e questo è il senso delle azioni della programmazione FSE - di favorire l'educazione dei giovani ai livelli più alti, nonchè di favorire l'attività di formazione permanente a un maggior tasso di conoscenza e a tutti i livelli (compresi i cittadini fuori dal processo produttivo). Per fare tutto servono interventi puntuali di formazione ed educazione di tutte le categorie; ma servono anche interventi trasversali intesi come la formazione dei formatori, come trasferimento delle conoscenze informatiche a più ampi strati di popolazione, come la diffusione della cultura scientifica e dell'innovazione. Infine in questo processo di cambiamento vanno coinvolti anche il sistema finanziario, che a sua volta deve cambiare mentalità per saper sostenere la nascita di quelle imprese a più elevato tasso di conoscenza che richiedono forme diverse di finanziamento, e la pubblica amministrazione: essa deve innovarsi al proprio interno e porsi con mentalità nuova nei confronti del cittadino e dell'imprenditore. Un cambiamento, questo della pubblica amministrazione, che vedendo quel che accade in Friuli Venezia Giulia, gode di un clima favorevole. ARC/NNa