(ACON) Trieste, 13 gen - "Un disegno di legge importante nelle
sue finalità che, tuttavia, presenta alcuni elementi di criticità
che andrebbero corretti nel corso dell'iter autorizzativo".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Movimento 5
Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella, esprimendo la loro
posizione riguardo i contenuti del ddl 123 SviluppoImpresa.
"Si è persa l'occasione per scrivere un testo unico - afferma
Sergo - integrando le norme della legge RilancImpresa del 2015 e
realizzando un'unica norma di settore, ben capendo quanto sia
complesso da raggiungere anche se ci sono stati dieci mesi per
farlo. C'è inoltre il rischio di frammentarietà con un totale di
51 azioni contributive che dovranno essere finanziate e che
portano a dividere le risorse disponibili in troppi rivoli,
facendo perdere l'efficacia degli interventi".
"Sul modo in cui è stato scritto il testo - aggiunge ancora il
capogruppo pentastellato - abbiamo fatto notare la necessità di
riscrivere l'articolo 8, che prevede un intervento di riduzione
dei tributi locali per le attività economiche che si insediano
negli immobili dei centri urbani. Apprezziamo l'impegno
dell'assessore Sergio Emidio Bini a mettere mano a una norma che
avevamo proposto già nel dicembre 2018, ma l'articolo è stato
scritto talmente male che lo stesso assessore ha annunciato che
verrà emendato in toto. Ci auguriamo che il principio non venga
snaturato e che venga tenuta in considerazione la necessità di
tornare a essere attrattivi anche per quelle imprese che negli
scorsi decenni avevano deciso di delocalizzare l'attività
all'estero".
"Positivi sono l'uso del crowdfunding e l'incentivazione della
blockchain, ma l'impegno dovrà essere quello di non far rimanere
queste norme soltanto sulla carta. Nell'ambito del sostegno alle
imprese - conclude Sergo - Friulia viene citata spesso. È
comprensibile puntare sulla Finanziaria regionale, ma bisogna
stare attenti a non farle fare troppe cose in maniera poco
efficace".
Sul ruolo di Friulia e, in particolare, per quanto concerne
l'accesso al credito, si sofferma anche il collega Capozzella:
"Bisogna evitare di creare una situazione paragonabile a quella
di Mediocredito. Dopo aver perso la banca regionale a causa di
voragini contabili, si cerca di dare al Friuli Venezia Giulia un
soggetto analogo, attribuendogli funzioni di ingegneria
finanziaria. Considerato il precedente, però, non c'è da stare
tranquilli".
"Non convince nemmeno l'affidamento al Distretto delle Tecnologie
digitali (DiTeDi) del ruolo di 'stimolatore' del tessuto
imprenditoriale per quanto riguarda la diffusione della cultura
digitale. I poli tecnologici - conclude a sua volta Capozzella -
svolgono già egregiamente un ruolo di antenna tecnologica e di
incubatori di nuove idee imprenditoriali".
ACON/COM/db