CORREGIONALI ESTERO: ANTONAZ INCONTRA FAMEE FURLANE NY

New York, 26 nov - La Famee Furlane di New York, associazione di corregionali all'estero che conta tuttora oltre 300 iscritti e nel 2009 festeggerà gli 80 anni dalla fondazione, si schiera a favore della legge regionale di tutela della lingua friulana che ne garantirà l'insegnamento in buona parte delle scuole del Friuli Venezia Giulia. Il messaggio viene recapitato in diretta all'assessore per i Corregionali all'estero, Roberto Antonaz, a New York anche per l'inaugurazione della mostra su Pier Paolo Pasolini, in programma domani sera all'Istituto italiano di cultura. "Trasmettere cultura e valori ai giovani è il modo migliore per garantire la conservazione della nostra lingua attraverso la loro voce ed il loro entusiasmo che, almeno nei confronti delle tradizioni, a volte deve essere adeguatamente stimolato", afferma il vicepresidente della Famee Furlane newyorkese, Ugo Peressin, 81enne originario di Travesio, vicino a Spilimbergo, emigrato nella Grande Mela nel 1938 ed ora in pensione dopo 44 anni di lavoro nei cantieri edili. Con lui anche l'altro numero due, Enzo Aspromonti, mentre il presidente, Marcello Filippi, è assente per motivi di salute. Il pensiero che Peressin esprime ad Antonaz durante La Castagnada, un'affollata festa annuale (200 partecipanti, almeno altrettante richieste inevase per mancanza di posti) organizzata nella sede della Famee Furlane dalla sezione di New York dell'Associazione nazionale alpini d'Italia, è condiviso dalle prime generazioni di emigranti ma anche da buona parte dei loro discendenti, alcuni dei quali - giovani tra i 18 ed i 30 anni - sono presenti ed attivamente impegnati nella gestione dell'evento. "Non dobbiamo permettere che il friulano soccomba ai cambiamenti del mondo - insiste Peressin dopo che Antonaz ha ringraziato tutti, corregionali ed altri italiani accorsi alla Castagnada, per il costante e proficuo impegno nel valorizzare le proprie radici - ma qui da noi non è semplice evitare che i giovani dimentichino, integrandosi fin troppo nella realtà americana. Sono in pochi a parlarlo anche se la stragrande maggioranza lo capisce, a volte anche meglio dell'italiano che solo recentemente sta vivendo un ritorno di fiamma tra i ventenni di oggi". Lo conferma Ida Corvino Miletich, docente di italiano in due università di New York, mentre gli alpini, con tanto di cappello d'ordinanza, girano e rigirano sul fuoco 200 chili di castagne importate da Avellino nel piccolo cortile esterno della Famee Furlane, una sede acquistata nel 1989 nel Queens, quartiere sempre più popolato a nordest di Manhattan. E' la festa di tutti gli italiani, ognuno dei quali vuole essere testimone di un messaggio di affetto e di attenzione per la propria terra di origine. Da Gino Franco, sacilese approdato a New York nel 1956, vent'anni da ristoratore alle spalle, disperato perché i suoi due figli rifiutano di apprendere il friulano ma anche l'italiano, a Wilma Roman Rioni, pordenonese di Frisanco, sposata con un parmigiano e soddisfatta per avere mantenuto e ristrutturato una casa a Maniago, dove spesso vengono anche i due figli che parlano perfettamente l'italiano e se la cavano pure con il friulano. Sono in tanti a vivere la propria realtà con semplicità ed orgoglio, immersi con soddisfazione nella vita americana ma italiani nel cuore. Tra questi anche Cynthia Paveglia (sposata con un trentino che è stato alpino a Tolmezzo) che, con accento americano ed una curiosa inflessione bergamasco-friulana, racconta del padre di Navarons di Meduno e della madre di Fanna. In piena festa ecco l'annunciata sorpresa: arrivano i triestini, o meglio i giuliano-dalmati, bloccati nel loro lungo trasferimento dal New Yersey dal traffico di fine weekend. Sono una decina, guidati da Eligio Clapcich, 75enne fiumano, fino al 1998 direttore compartimentale della AT&T, uno dei grandi colossi americani della telefonia. E' il portavoce del circolo giuliano-dalmata di New York presieduto da Iolanda Maurin di Lussin Piccolo. "Ho girato il mondo con il mio lavoro - racconta Eligio ad Antonaz - incontrando moltissime culture e lingue diverse che vogliono comunicare in un linguaggio comune, senza per questo trascurare le rispettive realtà locali. Questo dobbiamo fare anche noi in Friuli Venezia Giulia. Per i giovani è fondamentale apprendere le lingue più diffuse ma non va accantonato l'idioma che ci caratterizza nel profondo, che sia una lingua come il friulano o un dialetto come il triestino". Confortato dall'approvazione delle triestine Lia Raicovi e Sabina Guerrieri ma anche dei capodistriani Ferruccio Gerin, ad oltre settant'anni ancora impegnato nelle verifiche tecniche sugli aeromobili, e della moglie Fides Monti, Eligio pensa in grande e, incassato il supporto della Regione da Antonaz, annuncia la volontà di portare all'Istituto italiano di cultura di New York la mostra itinerante sui giuliano-dalmati. ARC/FC