PER ILLY E ANTONIONE UNICA PROSPETTIVA E' L'INTEGRAZIONE UE
Trieste, 27 giu - Proprio in considerazione del fatto che il Friuli Venezia Giulia da sempre è "osservatorio privilegiato" di tutto il Sud-Est Europa, come ha ricordato oggi il presidente della Regione Riccardo Illy al convegno dedicato alle politiche ed agli strumenti di cooperazione regionali nell'area balcanica (promossa al MIB School of Management del capoluogo giuliano), quanto succede in questa parte d'Europa può essere visto come "una minaccia o un'opportunità".
La minaccia che può giungere dai Balcani occidentali, ha indicato Illy, è legata ad "un'instabilità dell'area che può ritornare se si allenta l'attenzione delle forze occidentali di pace" e, di conseguenza, "la possibilità di nuove guerre civili è elemento da non sottovalutare".
Un'occhio attento, dunque, soprattutto per il Kosovo, per il quale la soluzione sin qui trovata - "qualcosa più dell'autonomia, qualcosa meno dell'indipendenza" - può comportare un rischio di "effetto domino", ha sottolineato il presidente Illy, ad esempio nella Bosnia-Erzegovina.
Un concetto, questo, ribadito anche dal sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione, secondo il quale proprio "il Kosovo è la realtà che ci dà meno garanzie". E parlando in generale della situazione nei Balcani, Antonione ha indicato che può definirsi "congelata, perchè parlare oggi di stabilità appare senz'altro eccessivo".
"Il rischio di una serie di Stati monoetnici nei Balcani è reale e negativa", ha quindi ribadito Illy segnalando però che tale proiezione andrebbe contro i principi Ue, non consentirebbe di tutelare le minoranze, creerebbe migrazioni in qualche modo forzate.
Per Illy, comunque, i Balcani rappresentano anche un'opportunità, per tutta una serie di motivi: la presenza di risorse naturali, la disponibilità di aree ma soprattutto il ricco patrimonio di risorse umane, dai tecnici (di cui necessitano le imprese del Nord-Est italiano) ai laureati, molti dei quali disoccupati o sottoccupati.
Se dunque è questo il quadro attuale del Sud-Est europeo l'unica prospettiva, la leva più potente, lo strumento più importante per la definitiva stabilizzazione e per favorire lo sviluppo socio-economico dei Balcani, hanno confermato Illy, Antonione e l'assessore regionale alle Relazioni Internazionali Franco Iacop, non può che essere l'avvicinamento e l'integrazione europea.
Due "impegni" pertanto attendono l'Unione europea, ha aggiunto Illy: ricreare un assetto istituzionale in tutta l'area e incrementare la costruzione delle grandi infrastrutture, viarie, energetiche, per le telecomunicazioni.
Ma c'è la necessità, ha sostenuto il presidente della Regione, "rivolgendosi" in particolare alla Ue ma anche al Governo italiano, di "passare dall'enunciazione di progetti ad un'azione concreta più significativa".
La prima delle quali, in ambito nazionale, potrebbe essere l'effettivo rifinanziamento, hanno auspicato Illy e Iacop, della legge 84 del 2001 (per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo del Sud-Est europeo) che Giampaolo Scarante, rappresentante speciale per i Balcani della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha annunciato essere prevista in 50 milioni di euro per il 2005 ed in 25 ciascuno per le annualità 2006 e 2007.
"Ciò permetterebbe - ha affermato Iacop ricordando l'impegno della Regione Friuli Venezia Giulia per le iniziative indicate dalla 84/2001 e la volontà regionale a proseguire in questo percorso di cooperazione internazionale - di consolidare le esperienze maturate ed in corso, garantendo quindi la sostenibilità di azioni di sviluppo già avviate, soprattutto laddove non vi sono al momento fondi comunitari disponibili".
ARC/Roberto Micalli